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Affresco di una città che rinasce nella Piacenza del «boom» fotografata da Bruno Del Papa

Del Papa 3

Una città lacerata dalla guerra, ma desiderosa di recuperare la vitalità quotidiana che il conflitto aveva interrotto. È la Piacenza ritratta negli scatti fotografici di Bruno del Papa, recuperati dall'archivio storico del fotografo e poi esposti nella mostra: “Boom: Piacenza 1950-1960”,all’Archivio di Stato a Palazzo Farnese. Si tratta di una piccola parte degli otre 100.000 scatti che, tra lastre e negativi, sono conservati sugli scaffali metallici del laboratorio di Del Papa. Curata da Anna Riva ed Enzo Latronico, l'esposizione rimarrà allestita fino al 29 marzo. A chi non lo avesse ancora fatto restano quindi pochi giorni per scoprire i fili di una narrazione costruita per immagini e reperti d'epoca, in bilico tra una Piacenza che non c'è più e la città moderna che stava arrivando.
“Osservando queste fotografie in mostra mi sembra di veder rivere mio padre, mia madre e il grande lavoro che hanno fatto insieme – ha detto Mauro del Papa, figlio di Bruno - . Quando ho aperto le scatole d'archivio per selezionare il materiale fotografico da esporre ho sentito ancora l'odore del solfito che si usava per sviluppare le pellicole: è stato un emozionante tuffo nel passato.”Al di là di questa iniziativa l'archivio di mio padre ha ancora tanto da dire. Spero solo di esserci abbastanza a lungo per riuscire a dargli voce come merita”.

Del Papa 6

Un pannello biografico di Bruno del Papa segna l'inizio della mostra, allestita con intento documentaristico. Un armadio raccoglie tutti gli strumenti di lavoro del fotografo: le prime macchine fotografiche, una vecchia macchina da scrivere con la quale sbrigava la corrispondenza professionale, vecchi flash, lampade e pellicole. Le prime fotografie esposte sono di bambini ritratti a domicilio. davanti alla radio, con in mano il telefono o un giocattolo. Immagini e oggetti del passato dialogano tra loro trascinando lo spettatore in un affascinante viaggio della memoria. In circa 200 scatti rivive il racconto della città negli anni '50 - 60. Dalla ricostruzione del Dopoguerra ai locali che ritornano in attività, dagli spettacoli teatrali ai ristoranti, passando per la moda e i matrimoni fino allo sport, l'occhio attento del fotografo restituisce il volto di una città che rinasce e ritrova lentamente la propria normalità. Con la ripresa dello spettacolo e dell'intrattenimento Nilla Pizzi viene a Piacenza nel 1951. Oltre a lei troviamo ritratti il duo Fasano e Achille Togliani, pronti ad intrattenere il pubblico con la loro musica leggera. Torna anche la voglia di andare all'opera e il tenore Mario Del Monaco calca la scena del Municipale con “Pagliacci” di Leoncavallo. Lo ritroviamo poi in una foto a guardare i parafanghi delle biciclette Arbos, nella fabbrica dell'amico Gino Boselli. Patron del marchio sportivo e impresario teatrale, a lui si deve l'organizzazione della “Cavalleria rusticana” e dei “Pagliacci” al Municipale, interpretati da Del Monaco. Considerate un mezzo innovativo per componentistica e telaio, tre biciclette della Arbos sono esposte in Archivio. Ad accompagnare e arricchire le foto in mostra ci sono infatti gli oggetti tipici degli anni '50: radio, telefoni, ferri da stiro e una lavatrice a mano simile a un bussolotto per l'estrazione del Lotto, da usare girando una manovella Un viaggio nel tempo tra vie, piazze, negozi, cibo (la pasta arriva in abbondanza sulle tavole degli italiani, sia nelle case che nei ristoranti) e abbigliamento, in cui giovani e meno giovani possono scoprire e riscoprire una città che non c'è più, o di cui sono rimaste poche tracce da ritrovare.


L'intervento di Enzo Latronico dell' Archivio di Stato

“Da quando abbiamo aperto sono venuti in tantissimi – ha spiegato -. Solo all'inaugurazione ci saranno state 150 persone e il giorno dopo altri 40, nonostante si trattasse di un'apertura domenicale straordinaria . Dal 17 dicembre ad oggi abbiamo avuto cinque o sei visitatori al giorno e dieci, quindici visite guidate con le scuole con in media 20 ragazzi per classe. Abbiamo anche organizzato un visita straordinaria con il linguaggio dei segni per l'associazione Nazionale Sordi”. Oltre che da Piacenza i visitatori sono venuti da Parma, Cremona e Milano.
L'età media degli spettatori è tra i cinquanta e i settant'anni – continua -,  ma arrivano anche molti giovani, soprattutto dalle scuole. Gli anziani vengono a rivivere le atmosfere degli anni Cinquanta che per loro sono state realtà. Ricordano con emozione gli oggetti che hanno usato e non esistono più: elettrodomestici, radio, telefoni. Spesso si soffermano sui documenti fotografici relativi alle colonie, alle quali probabilmente hanno partecipato da bambini. I giovani rimangono invece stupiti davanti alla scrittura elegante e al linguaggio forbito dei documenti burocratici dell'epoca. Insieme alle fotografie storiche di Del Papa sono infatti esposti in mostra anche documenti d'archivio. Riguardano progetti di costruzione di scuole mai realizzate, oppure lotti delle prime case popolari. Articoli di giornale ricordano la piena del Po del 1951, e poi c'è la particolare ordinanza del sindaco in cui si invitano i circensi a ripulire dalle cacche di elefanti il campo sportivo Daturi, in cui all'epoca si esibivano. Tra i ragazzi non manca il divertimento di scoprire da vicino oggetti visti solo sulle riviste o nei libri di storia”.

Apertura fino al 29 marzo
“C'è anche chi tra il pubblico è riuscito ad identificare il proprio ritratto fotografico– ha sottolineato Latronico – e ha chiesto a Mauro Del Papa una copia da conservare. Cantante e studiosa della tradizione popolare piacentina, lo scorso 29 febbraioè venuta in Archivio di Stato Marilena Massarini e ha raccontato la Piacenza degli anni Cinquanta attraverso la storia del lavoro della propria famiglia: molto noti in città, i Massarini producevano vespe, motocicli e biciclette. Li vediamo fotografati in mostra insieme al Vespa club”.
“Una serata molto partecipata quella in compagnia della Massarini – ricorda Latronico - , in cui la cantante ha anche ripercorso la sua carriera dagli anni Settanta fino ad oggi. Abbiamo deciso di prolungare la mostra fino al 29 marzo per la risposta estremamente positiva dei piacentini. L'ingresso è gratuito: da lunedì a venerdì dalle 9 alle 13, mercoledì e giovedì orario continuato dalle 9 alle 17.30”.

Micaela Ghisoni

Pubblicato il 24 marzo 2024

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