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Vigile del fuoco, un mestiere che affascina

vigili del fuoco danilo pilotti

“Per noi credenti la morte è vita, è luce: nel terrore dei crolli, nel furore delle acque, nell’inferno dei roghi, la nostra vita è fuoco, la nostra fede è Dio”. Le parole sono tratte dalla preghiera a Santa Barbara, patrona dei Vigili del Fuoco.
“Il pericolo fa parte di questo mestiere”, afferma il comandante di Piacenza, Danilo Pilotti (nella foto a destra). E prosegue: “Lo dice anche la nostra preghiera: il rischio è il pane quotidiano: «Un giorno senza rischio è non vissuto». Ogni volta che la recitiamo mi viene un brivido lungo la schiena”.

Ma dove trovano la forza per affrontare i pericoli del loro lavoro i Vigile del fuoco?
“Sappiamo che la gente ci vuole bene - risponde Pilotti - siamo forse il corpo più amato. Soccorriamo chi è in difficoltà e portiamo la «fiamma del sacrificio», essendo portatori della croce”. Più volte nel corso della conversazione il comandante rilegge qualche passaggio della preghiera dedicata alla patrona e si ferma a pensare: lì è illustrato il “sale” di questo mestiere.

L’amore della gente per i vigili del fuoco è senza confini d’età.
“Vengono a trovarci in caserma tanti bambini, scolaresche delle materne e delle elementari - prosegue il Comandante -. Altre volte andiamo noi nelle scuole, per divulgare la cultura della sicurezza. Abbiamo un’associazione di vigili del fuoco in pensione che danno la loro disponibilità a fare formazione a bambini e cittadini, mettono al servizio l’esperienza maturata in molti anni”.
Ci si concentra a parlare di sicurezza nelle abitazioni, in particolare si presta attenzione a tutto quanto concerne il gas.

Il cognato vigile del fuoco

Molti degli attuali vigili sono rimasti affascinati dal mestiere durante il servizio militare. “Per tanti è un sogno, è un lavoro che si fa per passione. La gratificazione che si ottiene dopo un salvataggio è impagabile”.
E il Comandante, come si è innamorato di questo mestiere?
“Vengo da Teramo e ho una sorella molto più grande di me - racconta -. Quando ero bambino, si è sposata con un vigile del fuoco. Fu proprio mio cognato a suggerirmi di studiare ingegneria, requisito necessario per diventare comandante del corpo. Dopo essermi laureato in ingegneria civile ho fatto il militare nei vigili del fuoco e poi un concorso”.

Il primo incarico nel 1990 a Forlì da funzionario, per 16 anni. Poi dirigente a Lecco per tre anni, al comando di Mantova per cinque, a Pavia per altri cinque. E ora, Piacenza.

I "discontinui"

Il tema della carenza del personale si fa sentire in tutta Italia. Per questo il corpo dei vigili del fuoco ha la possibilità di impiegare lavoratori “discontinui”, volontari che fanno altri lavori nella vita. A Piacenza sono una cinquantina. “
Fanno parte di un albo e sono formati dai colleghi in servizio, li chiamiamo al bisogno - spiega Pilotti -. Dal momento della chiamata, possono lavorare fino ad un massimo di 14 giorni. Sono retribuiti nella stessa maniera di quelli permanenti e fanno gli stessi orari”.

Filippo Mulazzi

La preghiera a Santa Barbara

Iddio, che illumini i cieli e colmi gli abissi,
arda nei nostri petti, perpetua,
la fiamma del sacrificio.
Fa' più ardente della fiamma
il sangue che ci scorre nelle vene,
vermiglio come un canto di vittoria.
Quando la sirena urla per le vie della città,
ascolta il palpito dei nostri cuori
votati alla rinuncia.
Quando a gara con le aquile verso di te
saliamo, ci sorregga la tua mano piegata.
Quando l’incendio, irresistibile avvampa,
bruci il male che s’annida
nelle case degli uomini,
non la ricchezza che accresce
la potenza della Patria.
Signore, siamo i portatori della Tua croce
e il rischio è il nostro pane quotidiano.
Un giorno senza rischio è non vissuto, poiché
per noi credenti la morte è vita, è luce:
nel terrore dei crolli, nel furore delle acque,
nell’inferno dei roghi, la nostra vita è fuoco,
la nostra fede è Dio.
Per Santa Barbara martire. Così sia.

Pubblicato il 23 luglio 2020

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  • In Cattedrale è stato ricordato il beato Secondo Pollo

    pollo

    Lunedì 26 dicembre il vescovo mons. Adriano Cevolotto ha presieduto la messa in Cattedrale a Piacenza nella memoria del beato Secondo Pollo, cappellano militare degli alpini. Vi hanno partecipato i rappresentanti delle sezioni degli Alpini di Piacenza e provincia e i sacerdoti mons. Pierluigi Dallavalle, mons. Pietro Campominosi, cappellano militare del II Reggimento Genio Pontieri, don Stefano Garilli, cappellano dell'Associazione Nazionale degli Alpini di Piacenza, don Federico Tagliaferri ex alpino e il diacono Emidio Boledi, alpino dell'anno nel 2019.
    Durante la Seconda guerra mondale, il sacerdote parte per la zona di guerra del Montenegro (Albania), dove trova la morte il 26 dicembre dello stesso anno, colpito da fuoco nemico mentre soccorreva un soldato ferito. 
    Originaio di Vercelli, fu beatificato il 24 maggio 1998 da papa Giovanni Paolo II. 

    Nella foto, il gruppo degli Alpini presenti in Cattedrale con il vescovo mons. Adriano Cevolotto.

    Pubblicato il 27 dicembre 2022

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