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Tutta la vita è camminare

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"Dal Vangelo di Giovanni si narra l'incontro di Gesù con Nicodemo. Il Signore lo provoca e gli chiede di rinascere dall'alto, generando la sua perplessità: può forse un uomo nascere la seconda volta dal grembo di sua madre?", ha esordito madre Maria Emmanuel Corradini, abbadessa del Monastero benedettino di San Raimondo, alla lectio mattutina del 30 aprile scorso.
"La provocazione fa sì che quando s’incontra il Signore la vita non sia più come prima, ma assuma un colore e un sapore diversi.
Nicodemo ha incontrato l'amore di Cristo e la sua infinita misericordia ed è meravigliato".

"Noi come Nicodemo dobbiamo sperimentare la forza destabilizzante della resurrezione che ha messo alla prova anche i discepoli - ha spiegato l'Abbadessa -.
È quella novità che rende pienamente autentica la nostra libertà. Sotto l'azione dello Spirito non siamo più soggetti non solo alla legge, ma nemmeno a certe inquadrature che ci impone il mondo, a certi ritmi e a certe posizioni.
Perché quando una persona è libera dentro, riesce sempre a prendere la misura di quello che accade fuori.
Ecco dove Gesù vuole portare Nicodemo: a quella vera libertà per cui rendere conto solo a Dio".

"Quante volte anche noi leggiamo le novità e gli imprevisti come situazioni destabilizzanti! - ha riflettuto la Madre -
Basta un inconveniente, che sembra di aver buttato via del tempo.
Così nelle relazioni, che vorremmo fossero profonde e invece restano solo in superficie; così nella preghiera, vorremmo aver tempo per pregare ma diciamo che il tempo ci sfugge senza tener conto che Gesù abita in noi.

Invece basta semplicemente tuffare il nostro pensiero e il nostro affetto nel cuore, che ritroviamo pienamente lui. Ed è da quella relazione così profonda, che i cinque minuti diventano così preziosi per potersi inginocchiare.
Non servono le ore per dire «Gesù sono qui, aiutami»".

"Vivendo nella profondità di Dio, niente può destabilizzarci - ha affermato madre Maria Emmanuel -. Tanto più che questi inconvenienti sono spesso eventi di grazia per staccarci dal nostro Io.
Noi che partiamo alla mattina con l'agenda già piena orario per orario e poi capita un nonnulla e tutto salta: ogni tanto ci si rende conto di quanto si è ridicoli ma anche di quanto si è poveri; da quanto si investe su quello che è scritto sulla carta, mentre dipendiamo da quello che portiamo nel cuore e che ci abita.
Proprio qui Gesù vuole portare Nicodemo, che come noi è sempre alla ricerca di segni della resurrezione.
Vogliamo i miracoli e poi ancora non ci bastano e continuiamo a girare, a cercare. Gesù lo aiuta a compiere quel passo per abbandonare ciò che il suo sapere chiede e arrivare a quello che Dio offre.
Tutta la vita è questo camminare, lasciando quello che pretende il nostro Io per ottenere quello che ci riserva Dio. San Benedetto direbbe ai suoi monaci di deporre la propria volontà in favore del volere di Dio".

"Gesù sfida Nicodemo e ciascuno di noi - ha proseguito l'Abbadessa -. Tutto riprende forma, senso e compimento con la resurrezione; e da quella Croce da cui siamo stati salvati e lavati con misericordia, noi riprendiamo forza.
Alziamo lo sguardo, siamo stati chiamati al cielo, cerchiamo le cose di lassù non quelle terrene che ci opprimono!
Solo così troveremo il giusto peso e la giusta misura".

Estratto dalla Lectio mattutina di madre Maria Emmanuel Corradini,
abbadessa del Monastero benedettino di San Raimondo
del 30 aprile 2019, Gv 3,7-15

a cura di
Gaia Leonardi


Pubblicato il 14 agosto 2019

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  • In Cattedrale è stato ricordato il beato Secondo Pollo

    pollo

    Lunedì 26 dicembre il vescovo mons. Adriano Cevolotto ha presieduto la messa in Cattedrale a Piacenza nella memoria del beato Secondo Pollo, cappellano militare degli alpini. Vi hanno partecipato i rappresentanti delle sezioni degli Alpini di Piacenza e provincia e i sacerdoti mons. Pierluigi Dallavalle, mons. Pietro Campominosi, cappellano militare del II Reggimento Genio Pontieri, don Stefano Garilli, cappellano dell'Associazione Nazionale degli Alpini di Piacenza, don Federico Tagliaferri ex alpino e il diacono Emidio Boledi, alpino dell'anno nel 2019.
    Durante la Seconda guerra mondale, il sacerdote parte per la zona di guerra del Montenegro (Albania), dove trova la morte il 26 dicembre dello stesso anno, colpito da fuoco nemico mentre soccorreva un soldato ferito. 
    Originaio di Vercelli, fu beatificato il 24 maggio 1998 da papa Giovanni Paolo II. 

    Nella foto, il gruppo degli Alpini presenti in Cattedrale con il vescovo mons. Adriano Cevolotto.

    Pubblicato il 27 dicembre 2022

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