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Vite a contatto: una riflessione con l'Azione Cattolica

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Ogni tanto bisogna uscire dai soliti luoghi, dalle solite stanze, per stare in ambienti pubblici”: con queste parole Chiara Sacchi ha introdotto l’incontro, il 13 aprile, svoltosi nella Libreria Berti vicino al Palazzo Vescovile, “Vite a contatto”, promosso dall’Azione Cattolica delle Comunità Pastorali 1 e 2 della città di Piacenza ed inserito nel percorso formativo per gli adulti. La riunione, sul tema “Pienezza: vite a contatto con le fratture sociali”, ha proposto stimoli di riflessione per approfondire temi di grande attualità e rilevanza sociale.

Vivere la città
“Nella nostra vita di laici - ha evidenziato l'esponente di A.C. -  siamo a contatto tutti i giorni con la città, perché la attraversiamo, leggiamo il giornale, la viviamo e sappiamo che succedono fatti che muovono in noi dei sentimenti contrastanti. Ci arrabbiamo, siamo delusi di certe cose, oppure siamo indifferenti. Insomma, ci muovono emozioni di vario tipo. Ci sono luoghi che abitiamo facilmente, che ci sono familiari, altri da cui teniamo le distanze... Vediamo - aggiunto Sacchi -  anche tracce di degrado, di incuria, di vandalismo. Poi ci sono dei comportamenti di inciviltà che in qualche modo vanno a disturbare il nostro quieto vivere”.
Facendo scorrere delle immagini si sono quindi messi in evidenza le situazioni di criticità della vita in città: le zone di degrado, la dispersione scolastica, le povertà, i ritrovi giovanili… Ed i partecipanti sono stati sollecitati a portare il loro pensiero dinanzi a a queste situazioni.

Il momento dell’ascolto
È seguito il momento dell’ascolto del brano evangelico del Seminatore, che ha offerto una chiave di lettura che lega la parola di Dio alla realtà quotidiana delle persone. Questa scelta ha permesso di esplorare come il seminare con generosità, nonostante le difficoltà e gli ostacoli, possa portare a un raccolto abbondante di bene, specialmente nelle zone più colpite dal disagio.
C’è stata poi la lettura di alcuni brani del libro “La crepa e la luce” di Gemma Calabresi. Una testimonianza profondamente toccante e personale che esplora il cammino di una donna attraverso il dolore e la ricerca di pace dopo la tragica perdita del marito, il commissario Calabresi, assassinato in un contesto di tensioni politiche e sociali in Italia. Il libro, che inizia con il racconto del crudele assassinio del marito, si snoda attraverso cinquant'anni di vita, mostrando come Gemma abbia gestito il suo dolore iniziale, dominato da un desiderio di vendetta, per poi evolvere verso una filosofia di perdono e riconciliazione.

Messaggio di speranza e di luce
La narrazione intreccia la sua storia con quella della società italiana, collegando gli eventi privati con le vicende storiche più ampie, come la strage di Piazza Fontana. Questo approccio rende il libro non solo la cronaca di una vita segnata dalla tragedia, ma anche una finestra su un periodo turbolento della storia italiana, offrendo spunti di riflessione sulla giustizia, la memoria e la resilienza umana.
La prosa di Gemma Calabresi intima e riflessiva, ha permesso ai partecipanti di connettersi profondamente con le sue emozioni e le sue riflessioni. Attraverso le pagine, è emerso un messaggio di speranza e di luce, simboleggiato dal titolo stesso del libro, che ha sottolineato come anche nei momenti più bui possa nascere una nuova comprensione e una nuova crescita.
La libreria Berti ha offerto un ambiente intimo e accogliente, ideale per stimolare una discussione aperta e costruttiva ed ha portato i presenti a comprendere l’importanza di superare l'odio e il rancore, abbracciando il perdono e promuovendo la pace. Le riflessioni hanno fornito delle indicazioni utili per il cammino personale di vita come: la forza di cambiare prospettiva, la condanna del peccato ma non del peccatore, l’analisi di spazi di incontro, di reti colleganti e la ricerca di sprazzi di luce.

Riccardo Tonna

Pubblicato il 14 aprile 2024

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  • In Cattedrale è stato ricordato il beato Secondo Pollo

    pollo

    Lunedì 26 dicembre il vescovo mons. Adriano Cevolotto ha presieduto la messa in Cattedrale a Piacenza nella memoria del beato Secondo Pollo, cappellano militare degli alpini. Vi hanno partecipato i rappresentanti delle sezioni degli Alpini di Piacenza e provincia e i sacerdoti mons. Pierluigi Dallavalle, mons. Pietro Campominosi, cappellano militare del II Reggimento Genio Pontieri, don Stefano Garilli, cappellano dell'Associazione Nazionale degli Alpini di Piacenza, don Federico Tagliaferri ex alpino e il diacono Emidio Boledi, alpino dell'anno nel 2019.
    Durante la Seconda guerra mondale, il sacerdote parte per la zona di guerra del Montenegro (Albania), dove trova la morte il 26 dicembre dello stesso anno, colpito da fuoco nemico mentre soccorreva un soldato ferito. 
    Originaio di Vercelli, fu beatificato il 24 maggio 1998 da papa Giovanni Paolo II. 

    Nella foto, il gruppo degli Alpini presenti in Cattedrale con il vescovo mons. Adriano Cevolotto.

    Pubblicato il 27 dicembre 2022

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