«Rachele, la moglie» spettacolo teatrale a Roveleto
Rachele è una donna come tante. Forse. Rachele sarebbe stata una moglie come tante, se non fosse che suo marito, il pescatore Simone, meglio conosciuto come l’apostolo Pietro, un giorno sarebbe divenuto il vicario di Cristo.
Di lei i Vangeli non fanno cenno, ci si arriva per deduzione: se Pietro aveva una suocera, a casa di certo aveva una moglie. E così è facile immaginarla a Cafarnao, nella loro angusta casa, a spazzare un sassoso pavimento dove se si perdeva una dracma erano ore di ricerca assicurate, dove attendeva intere notti il ritorno di un marito che viveva tra reti, tempeste e l’ansia mista a rabbia di non pescar nulla.
Poi arriva Lui, il Maestro irrompe nella loro vita: cosa avrà provato quando a tavola coglieva lo sguardo d’amore tra Pietro e Gesù?
Qualche risentimento verso Cristo per quell’amore contradditorio ma forte di Pietro che superato tutto, la ragione, il buon senso e pure il loro amore di sposi?
Supposizioni, immaginazioni certo, che il teatro nella sua storia non ha mai affrontato, fino all’arrivo di Exire, la compagnia del “teatro della parola” con “Rachele, la moglie”; spettacolo che sabato 7 ottobre alle ore 21 sarà in scena nel teatro del Centro parrocchiale di Roveleto, ad ingresso gratuito.
Grazie a Sergio Di Benedetto, direttore artistico della Compagnia, un tuffo in uno spettacolo in cui è impossibile non farsi coinvolgersi e calarsi nei panni di uno dei cinque personaggi.
–– “Rachele, la moglie” mette sotto i riflettori un personaggio anomalo: femminile e del quale non c’è alcuna fonte di informazioni certa. Perché proprio lei?
Mi incuriosiva che nei Vangeli si parlasse della suocera di Pietro ma che della moglie non si dicesse mai nulla; eppure dietro un grande uomo si nasconde sempre una grande donna.
Leggi l'articolo a pagina 23 dell’edizione di giovedì 28 settembre 2017