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Tradizioni piacentine/5 - Un protagonista della poesia piacentina: don Luigi Bearesi

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— di Fausto Fiorentini —


Dopo aver ricordato la studiosa delle tradizioni piacentine, Carmen Artocchini, ci sembra doveroso richiamare anche i protagonisti della letteratura piacentina e, per tutti, citiamo don Luigi Bearesi.

Ritengo che don Luigi Bearesi verrà consegnato alla storia piacentina nei suoi tre aspetti: il prete, il poeta, il linguista.

In breve la sua biografia. Don Luigi Bearesi si è spento, dopo una lunga malattia, il 2 agosto 2004, un lunedì, alla Casa del Clero di via Torta a Piacenza, dove da tempo risiedeva. I funerali sono stati celebrati in Cattedrale e li ha presieduti il vescovo mons. Luciano Monari.
Nato il 9 settembre 1931 a Polignano di San Pietro in Cerro, è stato ordinato sacerdote il 4 giugno 1955.
Ha iniziato il suo servizio pastorale come curato alla Santissima Trinità nel 1956; nel 1961 è stato viceassistente della gioventù di Azione Cattolica e insegnante di religione; fino al 1971 è stato pure direttore dell’Ufficio missionario diocesano, svolgendo dal 1964 anche l’incarico di collaboratore al Preziosissimo Sangue.

Il 1° maggio 1972 è stato nominato parroco di Muradello, addetto alla Cancelleria della Curia dal 16 settembre 1985 e assistente di Azione Cattolica dal 17 ottobre 1988.
Rinuncia alla parrocchia e all’incarico in Azione Cattolica nel 1990, anno in cui viene nominato cappellano dell’oratorio cittadino di Guastafredda.

Nel 1992 è pure collaboratore presso la parrocchia di Roveleto di Cadeo; nel 1996 collabora con la parrocchia del Preziosissimo Sangue e poi di Pontenure e di Sant’Anna.
Nel 2001 la malattia lo costringe a rinunciare all’incarico di vicecancelliere della Curia, ma non cessano i suoi rapporti con la comunità diocesana: continua infatti il suo impegno di evangelizzatore utilizzando l’arte che Dio gli aveva donato: la poesia.
Fino agli ultimi giorni della sua vita ha infatti curato sul "Nuovo Giornale" una rubrica sul dialetto particolarmente seguita dai lettori.

Don Bearesi ha sempre utilizzato, per testimoniare il Vangelo, il dono della poesia che gli aveva elargito con dovizia il Signore.
Ha iniziato con gli anni Cinquanta alla Santissima Trinità dove è stato curato (oggi si dice vicario parrocchiale) dal 4 agosto 1956 al 30 giugno 1961: ha scritto versi per la rivista parrocchiale “Il Richiamo”, poi negli anni seguenti è passato a “Il Nuovo Giornale” dove ha tenuto una rubrica sul dialetto fino alla vigilia della morte.
Don Luigi non si limitava a scrivere poesie, ma soprattutto vagliava e sistemava componimenti di altri ed in questo è stato un autentico maestro.

Lui, come maestro, aveva avuto Guido Tammi (e anche Ernesto Cremona).
Le sue poesie sono raccolte nel volume “An gh’é pö ad religion” (in diverse edizioni dal 1971 al 1998); vi sono poi: il “Piccolo dizionario del dialetto piacentino” (Berti 1982); “Poesie di Faustini” (con Guido Tammi, edizioni Grafiche Lama, 1978); “Poesie di Carella” (con Guido Tammi, edizioni Grafiche Lama, 1980); “Piaseinza ad vöi bein, raccolta di proverbi e poesie in dialetto piacentino” (Il Nuovo Giornale 1978), raccoglie i testi di una rubrica apparsa sul nostro settimanale nel 1977. Un secondo volumetto, “Vurumas bein”, appare nel 1981.


Nella foto, don Luigi Bearesi, il primo seduto a sinistra, insieme a una rappresentanza della Famiglia Piasinteina.

 

Pubblicato il 4 agosto 2019

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