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«Lo avete fatto a me», celebrato il mandato A.C.

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“Lo avete fatto a me”. È questa frase, tratta dal vangelo di Matteo (Mt 25, 31-46), lo slogan del nuovo anno che si è aperto per l’Azione Cattolica il 27 settembre scorso con la celebrazione del mandato presieduta dal vescovo mons. Gianni Ambrosio al Seminario vescovile di via Scalabrini.
Uno slogan chiaro e incisivo che vuole sottolineare l’importanza di vivere le relazioni profondamente nella quotidianità, con sguardo cristiano e, come ha ricordato in apertura il Vescovo, alla luce degli insegnamenti di Gesù: “Bisogna ricordare - ha sottolineato mons. Gianni Ambrosio - la bellezza del nostro essere uniti a Cristo; come dice papa Francesco dobbiamo mirare Gesù, guardare Lui è essenziale, grazie al nostro essere battezzati, chiamati dalla Chiesa e da Dio, attraverso le persone che incontriamo. È nelle persone che incontriamo che conosciamo Gesù”.
E ancora il Vescovo ha ricordato l’importanza di vivere una Chiesa in uscita, come vuole papa Francesco: “La Chiesa in uscita - ha ricordato mons. Ambrosio - siamo noi con Gesù, noi insieme e non singolarmente. Siamo chiamati a uscire per non restare nella nostra gabbia dorata e prigionieri di noi stessi: se non guardiamo fuori secondo lo sguardo del Signore restiamo miopi. Dobbiamo ricordarci che Gesù è con noi e vederlo in ogni persona che incontriamo. Siamo il popolo di Dio e non dobbiamo dimenticare il suo progetto; la misericordia di Dio c’è, ma comporta anche una nostra responsabilità, abbiamo un mandato, la Chiesa ci ha confermati con il battesimo ad essere testimoni e noi dobbiamo essere comunicatori della fede e della speranza”.

In Azione

L’Azione Cattolica è pronta quindi ad osservare queste parole del Vescovo e vivere in pienezza il mandato che le è stato assegnato; i tre settori: adulti, giovani e ragazzi, sono già pronti a lavorare sui temi proposti.
Gli adulti lavoreranno sul tema del tempo: il tempo in cui abitiamo, il tempo della società in cui siamo chiamati a vivere e il tempo in cui portare la bellezza del Vangelo.
I giovani e i giovanissimi approfondiranno lo slogan “Qui è ora” lavorando sul presente come luogo da abitare con consapevolezza e con lo sguardo profondo di Gesù.
I ragazzi dell’ACR invece si confronteranno con il tema dell’incontro con chi abita le nostre città secondo il motto “È la città giusta” perché il verbo abitare si coniughi sempre al plurale, nel vivere lo spazio e le relazioni e nel camminare insieme.

L’importanza della formazione è sottolineata attraverso i quattro incontri per responsabili ed educatori dei diversi settori che si terranno al Seminario vescovile i prossimi 24 ottobre, 28 novembre, 25 marzo e 23 aprile e a cui è necessario iscriversi entro il 15 ottobre inviando una mail ad .

Questo è un anno importante per due ulteriori motivi: innanzitutto è il cinquantesimo anniversario dell’istituzione dell’ACR, nata nel periodo del Concilio Vaticano II e prima associazione che vede veramente protagonisti attivi i ragazzi; si festeggerà a livello diocesano il prossimo 16 novembre.
Inoltre, questo è l’anno del rinnovo delle cariche che verranno formalizzate nell’assemblea diocesana elettiva del prossimo 9 febbraio.

A questo proposito arriva il caloroso invito della presidente dell’AC Ilaria Massera a cercare di vivere il momento di rinnovamento come occasione di riflessione sul percorso fatto e su quello ancora da fare: “Non consideriamo questo passaggio solo come una formalità - dice Massera - ma diamoci realmente il tempo e le occasioni per domandarci se siamo quell’AC della periferia che papa Francesco ci ha indicato e se sappiamo abitare i luoghi e i tempi e la vita delle persone; se siamo riusciti ad abbandonare il «si è sempre fatto così» a favore di un rinnovamento”.
Ancora la presidente sottolinea l’importanza di agire tutti, a partire dai responsabili, come missionari: “Anche oggi siamo chiamati ad abitare il nostro mondo con una presenza missionaria creatrice che ci faccia trovare tante strade nuove -. afferma - Credo che questo sia possibile se i primi a metterci passione sono i responsabili associativi e parrocchiali, i presidenti, la presidenza diocesana e i consiglieri diocesani. Si aprono davanti a noi grandi domande e ci è affidata una grande responsabilità”.

Mariachiara Lunati

Pubblicato il 1° ottobre 2019

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