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Oratorio San Cristoforo, uno splendido gioiello

 oratorio San Cristoforo piacenza

Nell’ambito delle Giornate europee del patrimonio 2020 dedicate al tema “Imparare per la vita” , la Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio per le province di Parma e Piacenza, ha organizzato, domenica 27 settembre, una serie di iniziative per valorizzare il patrimonio artistico locale tra cui l’appuntamento intitolato “Domenico Valmagini e Ferdinando Galli Bibiena: architettura e grande decorazione”, presso l’oratorio di San Cristoforo a Piacenza.

L’impegno dell'Ufficio diocesano per i beni culturali ecclesiastici
“È uno splendido gioiello di architettura”. Così ha definito l’Oratorio di San Cristoforo l’ arch. Manuel Ferrari, direttore dell’Ufficio Beni Ecclesiastici della diocesi di Piacenza-Bobbio. Grazie anche all’affidamento della struttura al Museo della Poesia di Piacenza, la piccola chiesa ha - per Ferrari - acquisito maggiore notorietà nell’ambito cittadino. Infatti l’impegno del museo è quello di rendere l’Oratorio maggiormente fruibile al pubblico. Il successo non si è fatto attendere e, anche a livello internazionale, sono giunti numerosi attestati di stima nei confronti della meravigliosa opera artistica. Ferrari ha pure sottolineato l’impegno dell’Ufficio, da lui diretto, di valorizzare i beni artistici e culturali della diocesi con una pagina web che a breve sarà realizzata e racconterà a tutti la ricchezza di questo patrimonio.
“Stiamo inoltre attivando un percorso dal titolo “Andar per cupole” - ha aggiunto l’architetto - che coinvolgerà la cupola della Cattedrale, con gli affreschi del Guercino, la cupola di San Cristoforo e quella di Santa Maria di Campagna, una iniziativa che vuole attrarre tanti turisti e pellegrini sul nostro territorio. Altro evento – ha specificato Ferrari -, in programma per il prossimo anno, è un importante convegno di studi, promosso dalla Soprintendenza, sull’Oratorio di San Cristoforo per approfondirne la storia, le vicissitudini ed anche un occasione significativa per conoscere meglio la sua morfologia interna ed esterna, in modo di avere più notizie sulla sua struttura architettonica. “Contiamo inoltre - ha evidenziato il direttore dell’Ufficio della Diocesi- di far partire un cantiere per restituire la facciata dell’oratorio al suo aspetto originario”.

Domenico Valmagini, un importante architetto
“Domenico Valmagini, importante architetto che ha lavorato molto sul territorio del ducato di Parma e Piacenza, è un artista da conoscere meglio e di lui non ci sono molte notizie”. Così si è espresso Cristian Prati, funzionario di zona della Soprintendenza, il quale ha auspicato che si possa approfondire lo studio su questo architetto, artefice dell’Oratorio di San Cristoforo a Piacenza. Di Domenico Valmagini, nato a Brusimpiano nel 1649 e morto ad Arcisate nel 1730, - ha aggiunto Prati - sappiamo che fu un architetto luganese al servizio della corte farnesiana. Tra le sue opere ricordiamo il monastero e la chiesa delle Benedettine e l’oratorio di San Cristoforo a Piacenza. Nella parte finale della sua vita, siamo a conoscenza del suo lavoro a Milano, anche come ingegnere, dove fece opere per il controllo dell'acqua nel canale della Muzza.

Il pregio artistico dell'oratorio San Cristofor
“L’oratorio di San Cristoforo conserva uno dei più sfolgoranti apparati pittorici ancora integri fra quelli realizzati nelle chiese di Piacenza fra Seicento e primo Settecento”. Con queste parole il funzionario della Soprintendenza, Anna Còccioli Mastroviti, ha intrattenuto il pubblico presente decantando il pregio artistico del singolare oratorio. Per questo edificio, eretto su via Genocchi, angolo via Gregorio X, Domenico Valmagini ideò una suggestiva impostazione per angolo. Ferdinando Galli Bibiena (Bologna, 1657 - 1743), l’altro grande protagonista di San Cristoforo, seppe trasferire la prospettiva, patrimonio della speculazione matematica e filosofica, nel campo della prassi della quadratura. All'apparato decorativo del piccolo edificio - secondo la Mastroviti - ha concorso, nel complesso, la sapienza di artisti diversi per formazione e per provenienza: bolognesi, milanesi, luganesi e comaschi, forse cremonesi se si accetta l'ipotesi che la decorazione a fresco del vano presbiteriale possa ricondursi al catalogo di Giuseppe Natali (Casalmaggiore, 1654 - Cremona, 1720), fratello di Francesco, a lungo attivo nelle dimore e nelle chiese di Piacenza e del territorio.
La decorazione a quadratura della cupola, su progetto del Bibiena, fa emergere un effetto di grandiosità e di artificio scenografico straordinari. Infine - ha sottolineato la funzionaria della Soprintendenza - al ruolo centrale dell'architetto e scenografo bolognese, si affianca quello degli autori dell'apparato plastico che orna l'edificio, Cristoforo Appiani (1689 - 1690 - 1691) e Paolo Frisoni (1690), abili stuccatori di provenienza lombarda. “La cupola, nella sua straordinaria suggestione, - ha concluso Anna Còccioli Mastroviti - offre una visione unitaria di un apparato celebrativo e teatrale con un grande effetto scenico”.

Riccardo Tonna

Pubblicato il 29 settembre 2020

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