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Si prega per il Creato

giornate del creato al samaritano piacenza 2020

Nuovi stili di vita alla luce della pandemia, l’incontro al Samaritano “Non abituiamoci al male”

Diseguaglianze e ingiustizie crescenti. Nuovi modelli economici e di sviluppo. Conversioni radicali di stili di vita. È stata una serata densa di tematiche e spunti di riflessione quella svoltasi nella serata di mercoledì 30 settembre presso il Centro Samaritano della Caritas Diocesana nell’ambito delle iniziative piacentine - promosse dalla Chiesa cattolica, metodista ed ortodossa - per la 15Giornata Nazionale per la Custodia del Creato, quest’anno incentrata sul tema “Vivere in questo mondo con sobrietà, con giustizia e con pietà (Tn 2,12) Per nuovi stili di vita”. Durante l’incontro, la questione del rapporto con il Creato è stata affrontata, inevitabilmente, alla luce della pandemia mondiale, delle sue ricadute immediate e delle prospettive future che sta aprendo. A parlarne, in video-collegamento, Letizia Tomassone, teologa e pastora della Chiesa valdese; Gianni Tognoni, medico, esperto di epidemiologia clinica e comunitaria; Padre Dario Bossi, superiore provinciale dei missionari comboniani in Brasile, padre sinodale al Sinodo per l'Amazzonia e membro della REPAM (Rete Ecclesiale Panamazzonica).Tre personaggi diversi tra loro, accomunati però dalla convinzione che, per garantire un futuro più sostenibile e giusto alla Terra e alle sue popolazioni, è fondamentale un cambio di rotta, immediato e deciso, a tutti i livelli.

 «Rimettere l’uomo al centro»
“L’emergenza coronavirus impone, ancora di più, la necessità di ripensare il nostro rapporto con il Creato – ha sottolineato Letizia Tomassone -. Ritengo fondamentale ritrovare una fiducia originaria verso ogni parte dell'esistenza che, sia nel bene che nel male, venga percepita come appartenente alle mani di Dio. Un Dio che ci accompagna e che non ci abbandona. Ogni riflessione sulla pandemia - ha aggiunto - deve essere sviluppata in termini globali e non individuali: solo in questo modo è possibile trovare un’etica comune che permetta di affrontare le ingiustizie emerse in questo tempo”. “Il coronavirus ha reso evidente il fatto di come la società mondiale si stesse adattando sempre più a vivere con indicatori esclusivamente economici - il commento di Gianni Tognoni -. Si prenda la sanità, che mi sembra si sia dimostrata più interessata alla malattia rispetto ai malati. Sono mancate risposte collaborative - ha aggiunto -, ognuno ha detto la sua, senza riconoscere l’ignoranza come la fondamentale base comune da cui partire per costruire un discorso credibile. Il covid, in definitiva, ha strappato il velo di illusione di un mondo che si pensava lineare e senza intoppi: adesso bisogna ripensarlo mettendo gli uomini al centro e non i mercati”.
Da un Brasile devastato dalla pandemia, facendo ricorso a un’immagine evocativa ed attuale come quella del respiro, ha poi preso parola padre Bossi. “Per descrivere il tempo che stiamo vivendo in Brasile, l’immagine del respiro si adatta bene su tre piani distinti - ha affermato -: sanitario - con le migliaia di persone contagiate dal covid – socio economico - la pandemia, in molti casi, diventa negazione della dignità di vita, ben descritta da quell’I can't breathe (non riesco a respirare, ndr) pronunciato da George Floyd e divenuto slogan del movimento Black Lives Matter - e ambientale, con riferimento al “Polmone Verde” del Pianeta, l’Amazzonia, sempre più depredata e razziata. Sono tre voci distinte - ha evidenziato il comboniano - che ci dicono, in modi diversi, lo stesso messaggio”.
“Questa crisi - ha aggiunto - ci impone di cambiare radicalmente i nostri modelli di vita, altrimenti la situazione sarà sempre peggiore”.

Spunti per la ripartenza
Ma in questo quadro complesso e ricco di criticità ci sono elementi da cui ripartire? Per Tomassoni le parole chiave sono “verità, responsabilità e solidarietà. Elementi - la sua considerazione - che agiscono a livello personale e collettivo: in questo secondo caso, le Chiese stesse possono avere un ruolo importante. Il tutto si deve accompagnare alla giustizia, per il pianeta e per gli uomini. Nei mesi del confinamento abbiamo visto crescere reti di solidarietà: ciò dimostra che esistono risorse per mettere in atto realtà nuove e più giuste”. Per Tognoni “occorre ridare spazio e voce ai popoli”; mentre per padre Dario Bossi - ancora con una metafora che attinge dal corpo - ci vuole “cuore e fegato. Devono essere i motori alla base dell’indignazione: non fa bene abituarsi al male, conformarsi alla morte”.

Sabato 3 ottobre si prega per il Creato
Nel pomeriggio di sabato 3 ottobre, dalle 16.30 alle 18.30, sempre al Samaritano ed in diretta facebook (pagina piacenzacreato), le chiese coinvolte nelle iniziative per la Giornata Nazionale per la Custodia del Creato, proporranno un momento di preghiera ecumenica per il creato, un approfondimento teologico sul tema del Giorno del Sabato come stimolo alla contemplazione ed un momento di intrattenimento musicale.

Federico Tanzi

Pubblicato il 2 ottobre 2020

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