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Chi ama si mette in ascolto

ascolta

In quel tempo andarono da Gesù la madre e i suoi fratelli, ma non potevano avvicinarlo a causa della folla.
Gli fecero sapere: "Tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e desiderano vederti".
Ma egli rispose loro: "Mia madre e miei fratelli sono questi: coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica".
A una prima sbrigativa lettura, potrebbe sembrare che Gesù non abbia tempo di incontrare i suoi “familiari”, che si ritengono tali per diritto acquisito e si aspettano un accesso privilegiato, non tanto per ascoltarlo ma per diritto.
Non genera equivoci invece la risposta di Gesù. Chi vuole essere familiare o amico di Gesù si tolga dalla testa l'idea di mettersi in primo piano, semmai prenda la croce e cammini dietro di lui.

 

Non è la folla a impedirci di avvicinare Gesù, non sono le circostanze esterne, è semmai la mancanza di ascolto che non ci permette di raggiungerlo. Non sono lo spazio, i luoghi, le persone e nemmeno la vita concreta di tutti i giorni ad abbreviare la vicinanza con lui, ma la fretta e la distrazione.
Occorre tendere l’orecchio del cuore.
Il Signore sembra dirci di aprire il cuore per trovarlo, così rimarrà in noi.
Certo che se non si sente bussare, la nostra porta non si aprirà mai.
Prestare ascolto è una dimensione molto importante nella vita spirituale. Vuol dire sentire, percepire a distanza, ospitare, portare dentro, fare spazio all’altro. È come dire “tu sei importante per me” ed è un grande atto d’amore.

L’ascolto è la possibilità concreta di metterci in relazione.
Possiamo anche essere lontani ma restare in ascolto dell’altro.
Gesù segue la voce del Padre, ne conosce la volontà che traduce grazie all’ascolto, mantiene questo canale sempre attivo.
Se noi amiamo chi abbiamo vicino, ci mettiamo in ascolto.

La Parola di Dio, se accolta e calata nella nostra vita quotidiana, ci rende famigliari del Signore, suoi fratelli nella fede.
Se un uomo confida solo in se stesso, si perde. Cristo ci ha scelto per creare una comunità cristiana che sa combattere il malvagio perché fonda se stessa sulla Scrittura. Se facciamo solo conto sul nostro orgoglio e la nostra superbia, saremo condannati a cedere al male; ma se troveremo un luogo in cui fare nostre le parole buone, l’anima si mette al sicuro.

Estratto dalla Lectio mattutina
di madre Maria Emmanuel Corradini,
abbadessa del Monastero benedettino di San Raimondo,
del 22 settembre 2020, Lc 8,19-21

a cura di
Gaia Leonardi


Pubblicato il 9 ottobre 2020

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