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E' morto il diacono Claudio Fervari. Il 7 rosario a Caorso

FervariClaudio

E' morto il diacono Claudio Fervari, originario di Castelvetro e residente a Caorso. Classe 1951, è stato ordinato nel 1993.
Ha svolto il suo ministero collaborando, attualmente, nel servizio pastorale nelle parrocchie di Vigolo Marchese e della Val Chiavenna e con la Caritas diocesana. Da alcuni hanni guidava il Gruppo di preghiera "padre Pio-Maria Mariani" a San Nazzaro d'Ongina.
I funerali si svolgono lunedì 8 febbraio alle ore 10.30 nella chiesa di Caorso. A presiedere sarà il vescovo emerito mons. Gianni Ambrosio. Domenica 7 sarà recitato il rosario alle ore 20.30 sempre in chiesa.

 

Il suo percorso

Il suo percorso di approfondimento della fede e di  avvicinamento alla Chiesa inizia a Caorso, paese dove risiede la futura moglie Fiorella. Il giovane Claudio entra a far parte del  gruppo giovanile guidato da don Giancarlo Biolzi (parroco di Bore e poi di Vigolo Marchese) che accende l'entusiasmo nel gruppo tanto che venne fondata la ‘Casa dell’Amicizia’.
Nel ’72, intanto, Claudio viene assunto dalla RDB, dove rimarrà, con incarichi tecnico- amministrativi, fino alla pensione. Continua la sua collaborazione con la parrocchia di Caorso, dove vive dopo il matrimonio, guidando gruppi giovanili, operando come catechista e collaborando con don Riccardo Alessandrini che, nel 1982, gli fa incontrare il Cammino neocatecumenale. E’ un’esperienza forte per Claudio, disponibile a mettersi in gioco per vivere sempre più in profondità l’autenticità e la radicalità della fede.

Il diaconato

A Caorso Fervari incontra don Federico Pecorari, un diacono che svolge in quella parrocchia il suo ministero. La testimonianza di don Pecorari porta Claudio ad interrogarsi sul senso del ministero diaconale ed intuisce la bellezza di donarsi al Signore ed alla Chiesa con quella forza che lo Spirito dona nel sacramento dell’Ordine. Così si esprimeva nel ’93, pochi giorni prima dell’ordinazione: “Ho accettato di cominciare il cammino di fede che mi ha portato al diaconato dopo aver sperimentato la potenza di Dio nella mia vita, singola e di coppia. L’essermi reso disponibile alla chiamata del Signore, giuntami attraverso un diacono ed il presbitero della mia comunità, ha portato una luce nuova nella mia vita, confermandomi l’eterna fedeltà di Dio verso i suoi figli".

I due infarti: un momento di grazia
 La potenza del Signore Claudio l’aveva sperimentata pochi mesi prima, nel ’92, quando, a distanza di due mesi l’uno dall’altro, viene colpito da due infarti. E Claudio reduce da questa espersianza disse: “Trepidazione, paura, angoscia erano i miei sentimenti durante quella prima notte, in rianimazione, quando per un disguido dovuto ai medici sono stato lasciato solo. Io che avevo sempre sottolineato la necessità, per un vero cristiano, di essere disponibile a ritornare al Padre, in quel frangente avevo davvero paura della morte, e piangevo. E’ stata una notte terribile. Ma la mattina, quando mia moglie è riuscita a tornare da me, abbiamo pregato, insieme, recitando le lodi. E mi ha invaso la pace. Ho detto al Signore, finalmente tranquillo, di disporre di me secondo la sua volontà. E’ stato un momento di grazia”.

Un servizio poliedrico
Don Claudio svolge dal ‘93 il suo ministero presso la Casa di Riposo “La Madonnina” di Caorso, recitando il rosario per i defunti, ma soprattutto visitando gli ospiti che la sua allegria contagiosa vivacizza. E’ stato impegnato, in parrocchia, anche come ministro del battesimo e nella preparazione dei genitori. Ma il servizio di don Claudio è poliedrico, come è versatile la sua generosa disponibilità. Dal 2002, e per sei anni, celebra la liturgia della Parola in assenza di presbitero nelle parrocchie di Mareto, Cogno San Bassano e Cogno San Savino, in alta val Nure.

Il terzo infarto
Nel 2003, però, il cuore di don Claudio cede di nuovo: è il terzo infarto, e nel petto di Fervari vengono inseriti 4 by-pass. Ma dopo la convalescenza il ministero di don Claudio riprende: “Se il Signore mi lascia in vita, sostiene, è perché servo ancora…”.

Gli impegni nel mondo scout  
E' stato  assistente ecclesiastico del Reparto Scout della SS. Trinità; ha seguito inoltre il MASCI a Pontenure. Raggiunta l’età della pensione, con la fine dell’anno 2009, don Claudio collabora anche con i Servizi Sociali del Comune di Caorso: visita gli anziani soli, i malati, i bisognosi, portando loro il pasto del mezzogiorno preparato dalla Casa di Riposo e mettendosi al loro servizio secondo le più diverse necessità.

In Abruzzo nel terremoto del 2009
Don Claudio il  20 maggio 2009,  come referente della Delegazione Caritas dell’Emilia Romagna parte per l’Abruzzo, colpito dal terremoto, al campo di Gignano, frazione del capoluogo abruzzese. Ha vissuto momenti davvero intensi commenterà il diacono: “Nelle tende non c’era privacy per la famiglia, perché in una stessa tenda convivevano nuclei estranei tra loro. Il nostro compito era quello di operare accanto alle persone, di accompagnarle in quel percorso stando insieme, ma con discrezione. Eravamo chiamati, come aveva ricordato il direttore di Caritas italiana don Vittorio Nozza, ad uno stile di dolcezza che ci avrebbe dovuto permettere di esprimere amore e gratuità, senza invadere le vite di quelle persone colpite da quella che si può definire una tragedia”.

Questa volta il suo cuore non ha retto: ma don Claudio rimarrà nel cuore di tante persone per la sua generosità, la sua simpatia e la sua profonda sua fede.
Lascia la moglie Fiorella, i suoi figli Gabriele e Benedetta, i suoi nipoti donatigli dalla figlia Benedetta della quale ha benedetto le nozze nel 2010.

Pubblicato il 5 febbraio 2021

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