Gropparello dedica una targa a don Borea
Gropparello ricorderà la figura di don Giuseppe Borea con una targa che verrà collocata sulla facciata del Municipio. La cerimonia si terrà l'8 agosto, data che ricorda quando l'8 agosto 1944 il paese venne liberato da parte di reparti della Trentottesima brigata.
Lo ha annunciato il sindaco Claudio Ghittoni nella serata svoltasi il 24 luglio nella chiesa parrocchiale di Groppovisdomo. La cerimonia si svolgerà alle ore 11 con la benedizione della targa da parte del parroco di Gropparello don Lodovico Groppi; in serata ci sarà la consegna della Costituzione ai diciottenni alla presenza di Roberto Reggi, presidente della Fondazione di Piacenza e Vigevano.
Il coraggio di don Borea
L'evento, organizzato dalla Proloco e dal Gruppo Alpini di Groppovisdomo, condotto da Giuseppe Borea, nipote del sacerdote piacentino ucciso a 34 anni da un plotone d’esecuzione della Guardia nazionale repubblicana e per otto anni alla guida della parrocchia di Obolo, ha ruotato attorno alle tante testimonianze dei preti di montagna che hanno operato, durante la Resistenza, nei territori dove don Borea svolse il suo ministero in qualità di cappellano militare della 38ª Brigata della Divisione Val d'Arda.
Dopo l'accoglienza del parroco don Giovanni Rocca, il relatore, ha iniziato con il raccontare il suo legame familiare con don Borea proseguendo con la storia di questo giovane prete che si distinse per la sua umanità e il suo coraggio; ha poi ricordato i parroci don Mario Bianchi, don Erminio Squeri, don Giovanni Amasanti, don Giuseppe Periti, don Luigi Paganini, don Antonio Franchi e don Valentino Cavazzoni, che si sono spesi, come don Borea, per il bene di tutti citando, come fonte, i seguenti libri: "I Cattolici e il Clero nella lotta di Liberazione nel Piacentino" di Celestina Viciguerra, "O tutti o nessuno" di Alberto Leoni e il libro di Lucia Romiti, “Giuseppe Borea quando l’amore è più forte dell’odio” (ed. Il Duomo).
Don Borea, un forte esempio per laici, seminaristi e preti
Particolarmente toccante la testimonianza di mons. Gianni Vincini, vicario episcopale della Val d'Arda, testimonianza che ci presenta perfettamente quello che ancora oggi è la figura di don Borea, un uomo che non si rassegnò al male del tempo storico in cui si era trovato a vivere. Morendo strinse al petto il crocifisso e chiese perdono per i suoi carnefici.
"Alla domanda di grazia risposero: vogliamo dare un esempio, scrive mons. Vincini. E l'esempio venne ma di segno opposto: un esempio di coraggio, di passione per la libertà, di fedeltà alla sua missione di sacerdote, di affidamento al Vangelo nella suprema partecipazione alla croce di Gesù Cristo, un'esemplarità che ancora parla ai laici, seminaristi e preti".
Una serata di emozioni e di cultura
Una serata di emozione, di cultura, di storia che ha visto la presenza, oltre del sindaco Ghittoni e del vicesindaco Graziano Stomboli, del dottor Pietro Coppelli, condirettore generale della Banca di Piacenza, di Andrea Losi, presidente degli Amici della Resistenza piacentina e dei rappresentati delle associazioni locali.
Al termine il realtore ha ringraziato la Proloco di Groppovisdomo, il locale Gruppo Alpini e tutti quanti hanno contribuito alla realizzazione dell'evento.
Nella foto: in altro, da sinistra Andrea Losi, don Giovanni Rocca, Giuseppe Borea, Claudio Ghittoni e Pietro Coppelli; sopra, il pubblico presente all'evento nella chiesa parrocchiale di Groppovisdomo.
Pubblicato il 25 luglio 2021