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Don Guerrino, un prete tra i giovani per tutta la vita

prete


È morto don Guerrino Barbattini nel pomeriggio di mercoledì 15 giugno, dal 2012 parroco a Santa Teresa a Piacenza. Nato il 26 novembre 1948, era stato ordinato sacerdote il 20 dicembre 1975. Nei due anni precedenti era stato inviato come diacono nella comunità cittadina del Preziosissimo Sangue dove aveva collaborato con don Lino Ferrari e il parroco don Amedeo Bosi.
Il 13 giugno 1989 era divenuto parroco a Sarmato e dal 19 ottobre 1999 amministratore parrocchiale di Agazzino.
Abbiamo chiesto a don Franco Capelli, parroco a San Vittore alla Besurica a Piacenza, compagno di studi in Seminario di don Barbattini, di tracciare un profilo del sacerdote.
La salma è esposta nella camera mortuaria dell’Hospice “Casa di Iris”. Giovedì 16 giugno alle ore 15 verrà traslata nella Chiesa di santa Teresa dove alle 20.30 si terrà la veglia funebre.
Venerdì 17 alle ore 11 le esequie, nella chiesa di Nostra Signora di Lourdes.
Seguirà la sepoltura nel Cimitero Urbano di Piacenza.

 
Il ricordo di don Franco Capelli

 
Nel tentativo di scrivere della vita di don Guerrino, non voglio rischiare di cadere nel retorico. Mi sembra però normale dire in premessa che tutti, la sua famiglia, la comunità diocesana e i suoi amici, si sentono veramente più poveri.


La sua improvvisa e veloce malattia
La sua improvvisa e veloce malattia con le sue conseguenze ci ha lasciato attoniti e increduli. Abbiamo ancora una volta scoperto - se mai ce n’era bisogno - quanto siamo fragili e nel limite e come soltanto la fede ci aiuta a guardare con fiducia al nostro pellegrinaggio terreno.

 
Gli anni di studio al Collegio Alberoni nel clima del dopo Concilio
Non è tanto su questo però che mi voglio soffermare. Desidero piuttosto dare uno sguardo al nostro cammino insieme. Abbiamo la stessa età (lui è più giovane di me di qualche mese). Io ho iniziato il mio cammino in preparazione al sacerdozio in Seminario dalla prima media. Lui è arrivato dopo la terza media. Da allora non ci siamo più praticamente lasciati. Insieme siamo passati al Collegio Alberoni dove, sempre insieme al nostro gruppo composto di 13 persone, abbiamo proseguito il nostro cammino verso il sacerdozio. Erano tempi non facili: il ‘68 e il Concilio Vaticano II con tutte le loro conseguenze ci hanno costretto a riflessioni e ricerche non sempre facili rispetto alla nostra vocazione e al nostro essere nella Chiesa. Non sto a dilungarmi su questo: basterebbe pensare ai cambiamenti talvolta molto sofferti avvenuti durante il nostro cammino all’interno della Chiesa con diversi confratelli che proprio negli anni della nostra scelta hanno lasciato il sacerdozio.


I genitori Luigi e Mafalda e il fratello Renzo
Diventato prete, sono stato inviato qualche mese dopo la mia ordinazione nella parrocchia di Nostra Signora di Lourdes, dove per altro ero già stato mandato qualche anno prima come seminarista. In questo periodo ho avuto la bella opportunità di conoscere la famiglia di don Guerrino che abitava in via Damiani.
Dei frequenti incontri con i suoi genitori, Luigi e Mafalda, e suo fratello Renzo, divenuto poi docente di entomologia agraria all’Università di Udine, conservo un bellissimo ricordo. A partire da questo la nostra amicizia si è ulteriormente approfondita.

 
Tra i giovani al Preziosissimo Sangue
Diventato sacerdote, don Guerrino è stato mandato (insieme a don Lino Ferrari) al Preziosissimo Sangue insieme al parroco don Amedeo Bosi. E qui ha contribuito alla vita di quello che in quel periodo era diventato il famoso gruppo del Preziosissimo. Tantissimi giovani di allora hanno mantenuto con lui un vivissimo rapporto basato su una sincera e vera fraternità.

 
Gli anni più recenti
Dopo il Preziosissimo, Sarmato, dove è stato insignito nel 2019 del Premio San Rocchino e poi la parrocchia cittadina di Santa Teresa.
Che dire di questo amico? Di primo acchito mi viene la parola “popolarità”. Anche a detta di quanti l’hanno conosciuto e hanno fatto con lui, come si dice, un pezzo di strada, questa parola riassume il suo stile di vita e il suo modo di vivere il sacerdozio.
Un suo carissimo amico, piangendo, mi ha confermato questo. Veniva dal popolo (il papà era operaio all’Arsenale) e si è avvicinato alle persone con una bella capacità di fraternità. Soprattutto - mi è stato detto e lo confermo senza tema di smentita - amava stare in mezzo ai giovani. Il suo vecchio gruppo ricorda ancora con entusiasmo le vacanze estive a Mariano o sulle Alpi. Che bella festa hanno organizzato con lui e per lui in occasione dei suoi 70 anni.

 
Sul sagrato tra i giovani
Possiamo dire che gli piaceva il sagrato? Certamente sì. Oggi si parla molto di Chiesa in uscita. Don Guerrino nella sua vita sacerdotale ha provato a vivere questa prospettiva facendosi accanto alle persone in modo sereno, accogliente e rispettoso. Un’altra dimensione che viene sottolineata da chi ha camminato con lui è “generosità”.
Negli ultimi tempi ci siamo incontrati più volte e ce la siamo raccontata a partire dagli acciacchi normali della nostra età per arrivare a riflessioni sulla vita della diocesi alla quale si è sempre sentito profondamente legato e per la quale ha speso la sua esistenza.

Don Franco Capelli

guerrino

Nelle foto: in alto, don Guerrino in montagna; sopra, davanti alla chiesa di Valmozzola.

Pubblicato il 15 giugno 2022

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