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Giobbe e l’incontro con Dio: in S.Teresa il Cammino delle 10 parole

dieciparole

 
“Prima ti conoscevo per sentito dire, adesso i miei occhi ti vedono”. Parte dal libro di Giobbe l’incontro che giovedì 10 novembre don Alessandro Mazzoni ha condotto davanti a una moltitudine di giovani nella chiesa di Santa Teresa. Il “Cammino delle dieci parole” nasce nel 1993 da un’idea di don Fabio Rosini, responsabile dell’Ufficio vocazioni della diocesi di Roma, e si compone di una serie di incontri periodici. “È un cammino biblico, esistenziale – spiega don Mazzoni, responsabile del Servizio di pastorale giovanile e vocazionale della diocesi di Piacenza-Bobbio – che punta ad accompagnare i giovani alla riscoperta della loro fede, partendo dai dieci comandamenti. I nostri incontri si tengono al giovedì nella chiesa di Santa Teresa e coinvolgono giovani da tutta la diocesi”.

La vicenda di Giobbe
L’incontro si è aperto con il canto Re dei Re del Rinnovamento nello Spirito Santo. “Il nostro è un Dio che parla, dunque cerca una relazione”, ha detto don Alessandro all’inizio del suo intervento, prima di passare alla lettura e alla spiegazione del primo capitolo del libro di Giobbe. “Giobbe era un uomo ricco, integro e retto, il più grande fra tutti i figli d’oriente, e offriva sempre olocausti per sé stesso e per i suoi figli. Dio era orgoglioso di lui. Allora Satana (che in ebraico vuol dire ‘oppositore’ ma soprattutto ‘colui che insinua il dubbio’) sfidò il Signore affermando che per Giobbe fosse facile sacrificare una piccola parte della sua ricchezza. Dio allora concesse a Satana di togliere a Giobbe i suoi averi. Poco dopo, Giobbe si ritrovò a non avere più il suo bestiame, i suoi schiavi e i suoi figli. Di fronte a questa disgrazia, Giobbe si stracciò le vesti e, prostrato, disse: ‘Nudo uscii dal grembo di mia madre e nudo vi ritornerò. Il Signore ha dato, il Signore ha tolto, sia benedetto il nome del Signore!’. Dio considerò questo gesto una dimostrazione della vera devozione di Giobbe, ma Satana insisté proponendo a Dio di colpire la salute di Giobbe per provare la sua fede. Dio allora comandò a Satana di colpire la salute di Giobbe, a patto di non togliergli la vita. Affetto dalla rogna e sofferente, Giobbe finalmente incontra quel Dio che pensava di conoscere e lo implora, urlando, di farsi sentire. Ed ecco che Dio si mostra a Giobbe e inizia fra loro un dialogo. Il passaggio fondamentale – commenta don Mazzoni – è che Giobbe non parla di Dio, ma con Dio; instaurando un rapporto col Signore lui si sente finalmente vicino a Dio. È in quel momento in cui Giobbe non possiede più nulla che sente davvero la pienezza dentro di sé”.

Fiorenza Vescovi: “Nella sofferenza ho capito che Gesù c’è”
Nel corso dell’incontro c’è stato spazio per la testimonianza di Fiorenza Vescovi, affetta da una malattia che da diversi anni le impone di camminare con le stampelle. “La mia sofferenza è cominciata con un problema a un ginocchio, per cui ho subìto degli interventi chirurgici. Il dolore ha condizionato la mia giovinezza: non potevo vivere le esperienze che i miei amici hanno fatto, mi è mancato il contatto umano. La mia condizione ha inciso poi sulla mia vita familiare e di coppia, avevo la sensazione di essere un peso per tutti. Mio marito è un appassionato di montagna, dopo il matrimonio ha abbandonato questa attività. Nel 2018 ho iniziato a lavorare da casa e ciò mi ha isolata, togliendomi ogni rapporto coi miei colleghi. Ho avuto molti momenti di crisi, ho pensato di essere sola, abbandonata, vedevo tutto nero, ero convinta che senza di me gli altri sarebbero stati meglio. La speranza di guarire col tempo si affievoliva sempre di più. Ero molto arrabbiata con Dio. Mi chiedevo dove fosse quando io soffrivo. Ma raccontare a Dio tutto quello che stavo vivendo mi ha rasserenato. Qualche anno fa sono entrata in una cappella e mi sono lamentata con Dio perché aveva permesso la mia sofferenza ma poi, alzando gli occhi, ho visto davanti a me Gesù in croce. E mi resi conto che mi stavo lamentando della mia sofferenza quando Gesù era morto in croce. Allora ho capito che nella fatica e nel dolore Gesù c’è”.

fiorenza



Un nuovo progetto per i fuorisede di Milano
Prima di concludere, don Alessandro Mazzoni ha annunciato “Piacentini fuorisede”, un progetto nato per far arrivare le proposte della Pastorale giovanile anche agli studenti piacentini che vivono a Milano e quindi non possono frequentare le iniziative a Piacenza. Il primo incontro sarà martedì 22 novembre alle 19 sotto l’arco di Porta Ticinese a Milano. Alle 20.30 ci sarà una cena piacentina preparata dall’Anspi di San Martino in Olza.

Francesco Petronzio

Nelle foto: in alto, don Alessandro Mazzoni durante il suo interento; sopra, la testimonianza di Fiorenza Vescovi.

Pubblicato l'11 novembre 2022

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