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Don Aldo Martin: convertirci a relazioni costruttive

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“Sinodo significa strada fatta insieme: si crede, si ama, si soffre, si spera insieme”: sono le parole di don Aldo Martin, intervenuto in streaming, martedì 24 gennaio, sul canale YouTube “Piacenza Diocesi TV” del Servizio Multimedia per la pastorale, affrontando il tema “Cammino sinodale e bibbia in missione” per riscoprire le radici bibliche della sinodalità e della missione della Chiesa nel terzo millennio.
L’incontro online, inserito nella Domenica della Parola, giunta alla sua quarta edizione e avviata nel 2020 su indicazione di papa Francesco, è stato coordinato dalla giornalista Barbara Tondini. Dopo la presentazione di don Paolo Mascilongo, Responsabile del settore Apostolato Biblico diocesano, ha preso la parola il biblista don Aldo Martin, rettore del Seminario di Vicenza e docente all’Istituto Superiore di Scienze religiose della città veneta, autore del libro “Sinodalità. Il fondamento biblico del camminare insieme”.

L’importanza della Parola

Incalzato dalle domande della giornalista Tondini, don Martin ha sottolineato il fondamento biblico della sinodalità, mettendo in luce come la parola di Dio accompagna la vita del credente.
“Dio non smette - ha affermato - di comunicare con il suo popolo e di entrare in relazione con noi, leggendo i testi sacri riusciamo a riconoscere la Parola nella vita di ogni giorno”.
C’è bisogno quindi di una lettura e di una riflessione che però non è molto vissuta dai credenti.
“I cristiani - ha detto sorridendo don Martin - hanno così tanta venerazione per le sacre scritture da lasciarle sempre chiuse nelle librerie”. Quindi l’invito del biblista veneto è stato quello di conoscere meglio la Bibbia e, attraverso di essa, entrare in contatto con Dio. Quindi - per don Aldo - riscoprire la Parola significa tornare alle origini della nostra fede e il suggerimento, che papa Francesco spesso ripete di portare con sé un vangelo tascabile, non è da tralasciare.

Il cammino della sinodalità

“I termini “sinodo” e “sinodalità”, - ha poi evidenziato don Martin - che si propongono come categorie ecclesiologiche oggi imprescindibili, nel Nuovo Testamento semplicemente non compaiono. Eppure, anche se non nominate in modo esplicito, sono dimensioni autenticamente presenti nelle comunità delle origini e affiorano in molti testi fondanti”.
Nel suo ultimo saggio il biblista ha il merito di mettere in evidenza la parola sinodalità, raccogliendola attorno ai momenti storico-narrativi del dispiegarsi ecclesiale, così come si presentano nella fonte biblica. Le diverse scansioni - una chiesa che è convocata, che è attuata, che è strutturata, che è inviata e che è orientata all’éschaton - costituiscono - per don Aldo - l’ossatura di una ecclesiologia biblica sinodale. Infatti anche papa Francesco, in vista del Sinodo ordinario dei vescovi previsto per il 2023, sottolinea come “quello della sinodalità è il cammino che Dio si aspetta dalla chiesa del terzo millennio”.

Armonia multiforme

L’altro aspetto messo in evidenza dal biblista, è stato quello della comunione ecclesiale, del sentirsi parte del corpo di Cristo. Come l’organismo umano è vario e unitario, - citando San Paolo ai Corinzi - così nella stessa maniera la chiesa dev’essere una e molteplice, se vuole continuare a mantenersi viva.
“I singoli cristiani - ha affermato don Martin - concorrono insieme al benessere dell’intero organismo. Tutti sono necessari, se non si vuole avere un corpo imperfetto e impedito o fatto di ossa spezzate e di membra atrofizzate. È ancora Paolo a sviluppare l’idea mediante una serie di esempi come «la testa può dire ai piedi: Non ho bisogno di voi?» (12, 21). È in questa luce che fioriscono quei doni che l’Apostolo chiama “carismi”, una parola greca che indica appunto la dotazione, la grazia propria e specifica che ognuno di noi possiede e che è sorgente di un’armonia multiforme”.
Le doti quindi - per il biblista - vanno condivise ed anche la persona più umile ha qualcosa da dare alla comunità cristiana.

La dimensione comunitaria della missione

La Chiesa inoltre è inviata, è missionaria: un compito affidato ad essa da Cristo stesso. Però Gesù manda un gruppo ad annunciare quindi - per don Martin - la dimensione comunitaria, la corresponsabilità devono innervare i diversi aspetti della chiesa.
Altra immagine, ricordata dal biblista, è quella della chiesa come edificio che emerge nella lettera agli Efesini e anche nella Lettera di Pietro i cristiani sono chiamati “pietre vive”: quindi tutti atteggiamenti costruttivi. “Talora invece - ha sottolineato don Aldo - noi innestiamo delle dinamiche distruttive per questo papa Francesco ci invita a non lamentarci e a non farci vincere dal chiacchiericcio. Dobbiamo convertirci a relazioni costruttive. Nei grandi cantieri delle cattedrali medievali - ha proseguito - gli scalpellini sapevano addomesticare la pietra, rifinire i bordi perché le pietre avessero una perfetta aderenza. Anche noi, pur nella fatica di levigare carattere e differenze, dobbiamo combaciare gli uni con gli altri per costruire insieme l’edificio ecclesiale”.

Riccardo Tonna

Pubblicato il 26 gennaio 2023

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