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Non solo parole

La scrittura come terapia al “Faro Rosso”

faro rosso

“Mi avete fatto delle domande che mi hanno costretto a riflettere”. Non giocano a fare i giornalisti, ma usano l’intervista come mezzo per entrare in empatia con l’altro, interessandosi soprattutto della vita del personaggio che hanno di fronte, al di là della sua notorietà: è la redazione del centro socio-riabilitativo “Faro Rosso”, che dal 2014 porta avanti il progetto “Un caffè con...”, che lo scorso anno è diventato anche un libro nella collana “Le graffette” edito da Officine Gutemberg.
Al piano terra della sede di Strada Val Nure, gli otto redattori hanno già accolto sedici piacentini più o meno celebri. La prossima sarà l’atleta Claudia Salvarani. Ad aprire la serie, ormai quattro anni fa, è stato il fumettista - disegnatore, tra gli altri, di Dylan Dog - Giovanni Freghieri.
“L’intervista è una finestra sulla vita di una persona e i nostri frequentanti riescono a rivivere esperienze personali attraverso questa modalità”: Paolo Boledi, responsabile del centro socio-riabilitativo gestito dalla cooperativa Coopselios, spiega la filosofia che sta alla base del progetto. Il “Faro Rosso” è rivolto ad adulti con disabilità acquisite, per incidenti, traumi o malattie degenerative. 

Pubblicato il 30 novembre 2018.

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