Menu
logo new2015 ok logo appStore logo googleStore

Oltre la “socialitudine”

La festa regionale dei giornalisti a Forlì

foto

Porti e aeroporti. Questione interessante, non trattata dai grandi media, sollevata durante un corso di aggiornamento per giornalisti.
Trasferta a Forlì, venerdì scorso, per celebrare san Francesco di Sales a livello regionale. “Dalle community alla comunità”, il tema proposto dall’Ufficio regionale delle Comunicazioni sociali in occasione anche dei 100 anni del locale settimanale diocesano Il Momento. Dopo i saluti del vescovo Corazza e del vescovo Girelli di Imola, responsabile delle Comunicazioni sociali in Ceer, il sindaco Davide Drei ha dato il benvenuto ai partecipanti. Il presidente dell’Ordine regionale dei Giornalisti, Giovanni Rossi, ha quindi aperto gli interventi evidenziando il non gradimento della categoria a livello di opinione pubblica che da diversi anni si traduce anche in condizioni di lavoro sempre più precarie e nella linea di Governo protesa all’annullamento dei contributi pubblici per il pluralismo dell’informazione.
Fatto un breve excursus sui primi cento anni della sua testata, il direttore de Il Momento don Franco Appi ha guardato al futuro della carta stampata ritenendo necessario che viva per favorire il discernimento su quanto al momento passa in rete in gran quantità, ma con poca qualità. Gli ha fatto eco Alessandro Rondoni, responsabile regionale Comunicazioni sociali. Dopo aver ricordato i suoi anni al Momento, di cui 20 da direttore, con un tributo alla memoria del fondatore don Pippo ma anche di don Ricci, ha sottolineato il fatto che olà prima comunità per un giornalista è la sua redazione. Luogo di confronto e di analisi dei fatti da raccontare e analizzare. Essenziale in un momento caratterizzato da “socialitudine”, Continua connessione fra tante solitudini. E mentre le intermediazioni sembrano saltare a ogni livello, ai giornalisti tocca ri-mediare, tornare a mediare con i lettori i fatti e le vicende della società, nell’ottica del compito di formare e informare.
Don Ivan Maffeis, nella festa della conversione di San Paolo, ha ricordato come l’apostolo delle genti sia stato capace al tempo suo di “fare rete” di innumerevoli genti dalla Terra Santa alla Spagna. Arrivando a donare la sua vita, per Cristo, e per tutte quelle comunità. Ma ha poi ripreso il discorso di fine anno del presidente Mattarella per un richiamo al senso di comunità. Evidenziando che la qualità della vita sta nelle relazioni.

San francesco 2L’uditorio, circa 200 persone, fin qui ha applaudito tutti, ma con Marco Tarquinio ha manifestato qualche contestazione. Dalle retrovie qualcuno è uscito sbattendo al porta. Qualcuno si è lasciato scappare commenti negativi sul buonismo attribuito al direttore di Avvenire. Ma cos’ha detto di così problematico?
Tarquinio ha cominciato ricordando come ci sia un circuito di informazione che viaggia ormai fuori dalla mediazione giornalistica. Un circuito di rete che risponde più sul “definirsi in base a ciò che ci divide”. Così che sono ormai un insulto parole come cooperazione oppure Ong. “I dati riferiscono di circa 2/3 della comunicazione italiana che produce ansia; la metà è fatta solo di cronaca nera”. In questo contesto ci sono temi sui quali, dice Tarquinio, “non possiamo essere equidistanti”: immigrazioni, mafie, , ingiustizie in genere. Anche perché, di fronte alla fermezza nel chiudere i porti, ha detto il direttore di Avvenire, non si sono chiusi gli aeroporti. “E nessuno ha il coraggio di dire nulla sui tanti cinesi che arrivano in aereo”.
Ma quando ci sono vittime, seguendo il principio per cui “occorre essere aderenti alla realtà e alla nostra umanità”, dice Tarquinio: “si sta dalla parte delle vittime”. Sulla scia di quanto papa Francesco ha detto alla comunità di Avvenire ricevuta lo scorso anno in occasione dei suoi primi 50 anni di pubblicazioni: “la vostra agenda la dettano solo i poveri!”.
Nel clima attuale del paese, non poteva non creare agitazione un intervento di questo tipo. Concluso ricordando che il giornalismo, lavoro di grande responsabilità, ha il compito di essere cane da “guardia dell’umanità”.
Giulio Donati

Pubblicato il 31 gennaio 2019

Ascolta l'audio

Aggiungi commento


Codice di sicurezza
Aggiorna

"Il Nuovo Giornale" percepisce i contributi pubblici all’editoria.
"Il Nuovo Giornale", tramite la Fisc (Federazione Italiana Settimanali Cattolici), ha aderito allo IAP (Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria) accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.

Amministrazione trasparente