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Verso e oltre la Terra Santa - 2

Dal deserto al giardino

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Accompagnati da don Alessandro Mazzoni, don Riccardo Lisoni, don Fabio Galeazzi e Dario Carini, siamo partiti il 3 agosto, volo Bergamo-Kiev e poi Kiev-Tel Aviv: una volta atterrati, passati i (ferrei) controlli e recuperate (non tutte) le valigie, abbiamo incontrato la nostra guida israeliana, Aitan, quindi ci siamo diretti al pullman che ci aspettava per portarci alla prima tappa: deserto del Negev, ai piedi dell’immenso cratere di Mitzpe Ramon.
Qui, mentre gli ultimi raggi del sole coloravano il deserto, si è svolto il primo momento di riflessione, in cui abbiamo ripreso gli interrogativi che ci eravamo posti prima di partire: “Chi sono io? Che cosa sono venuto a cercare qui? Qual è la mia domanda?”.
Terminata la riflessione siamo tornati in albergo, e dopo un’ottima cena siamo andati a dormire.

Il giorno seguente, domenica, sveglia presto e partenza in pullman: la nostra destinazione era il Parco archeologico del Timna, un paio d’ore più a sud, vicino al confine con l’Egitto.
Il caldo si è fatto sentire già lungo la strada, durante la prima sosta di preghiera, ma non ci ha impedito di gustarci questa giornata all’insegna delle bellezze del deserto: dune di sabbia, canyon rosa, formazioni rocciose dagli aspetti più vari; la valle ospita anche resti archeologici dell’antico Egitto e le miniere di rame di Salomone, tra le più antiche al mondo.
All’ombra delle gole del canyon abbiamo celebrato l’Eucarestia, poi abbiamo proseguito la visita del Parco.
Nel tardo pomeriggio siamo ritornati a Mitzpe Ramon, e ancora di fronte al cratere ci siamo fermati a riflettere: questa volta don Alessandro ci ha guidati, a partire dal brano della Creazione, nella rilettura del significato del deserto, luogo in cui l’uomo cede alle sue debolezze, ma anche luogo in cui sempre si manifesta la presenza di Dio.
Finita la meditazione siamo tornati in albergo per la cena, e dopo un po’ di chiacchiere siamo andati a dormire.

Lunedì 5 agosto, partiti da Mitzpe Ramon, ci siamo diretti verso nord.
Dopo la visita al sito archeologico dell’antica città nabatea di Avdat, siamo arrivati all’oasi di Ein Avdat, dove la lettura del brano della promessa di Dio ad Abramo ci ha fatti riflettere sul significato della promessa in relazione al nostro desiderio; più tardi, durante l’Eucarestia, don Riccardo ha sottolineato la necessità del cambio di prospettiva “da Io a Dio”, nell’ottica dell’accoglienza di ciò che ci viene incontro.
In silenzio, ma con mille domande nel cuore, siamo ritornati al pullman e ci siamo diretti verso l’oasi di Ein Gedi: abbiamo risalito il torrente fino ad arrivare alla sorgente, sorprendentemente fresca in mezzo a tanto caldo. Qui ci siamo limitati all’ascolto della Parola, dopodiché ci siamo rilassati nelle acque limpide del torrente.

Da Ein Gedi abbiamo ripreso il nostro viaggio e, costeggiando il Mar Morto, siamo finalmente arrivati a Gerusalemme, dove ci ha raggiunti don Umberto.
Ci siamo sistemati per il pernottamento in una delle tante scuole della Custodia presenti in Terra Santa, poi abbiamo cenato presso la pizzeria del Casanova, gestita dai cristiani di Gerusalemme.
Dopo cena siamo saliti in terrazza e, di fronte a una splendida vista sulla città, abbiamo vissuto un momento di meditazione.

Lucia Montuori

Pubblicato il 31 agosto 2019

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