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Genitori a scuola di social

bambini e social link-lab

“Papà, ma vuoi più bene a me o al telefono?”. Dopo la giornata di lavoro, seduti sul divano, i genitori danno un’occhiata ai rispettivi social. Quando arriva la domanda della figlia di cinque anni.
“Mi ha fatto riflettere. Da allora, la sera quando rientro dal lavoro spengo il cellulare e lo metto in carica”.
Luca (nome di fantasia), 46 anni, imprenditore agricolo, deve alla sua bambina se ha deciso di iscriversi alla prima edizione del corso promosso dall’associazione Link Lab per offrire ai genitori l’occasione di conoscere il mondo dei social media.

Mamme e papà provenienti da tutta la provincia hanno scelto di dedicare quattro serate di gennaio al gruppo guidato da Elena Lazzari e Giuseppina Periti, counselor dell’associazione, insieme alla social media manager Ambra Visconti. Con un obiettivo: “Non demonizzare - sottolineano le due professioniste della relazione - ma far rientrare i social nell’esperienza familiare aiutando i genitori ad aprire un canale di comunicazione con i figli anche su questo terreno”.

Il papà anti-tecnologia

Andrea (anche questo nome di fantasia), 43 anni, impiegato, papà di due figli di 11 e 8 anni, si definisce “anti tecnologia” senza se e senza ma. Finora è riuscito a non concedere il cellulare al figlio maggiore. Ma non potrà durare all’infinito.
“I bambini si avvicinano ai social sempre prima e finiscono col non essere più bambini... Per questo ritengo che servano più aiuti possibili. Anzi - ha rilanciato a Link Lab - sarebbe bello se si organizzasse un corso per i genitori con i figli”.

La mamma che non vuole vietare tutto

Anna (altro nome fittizio) è una libera professionista di 47 anni con due bimbi di 7 e 9 anni. Ha dovuto cedere alla decisione del marito di regalare lo smartphone al maggiore. Con il risultato che, nonostante l’età, ha già un suo profilo Instagram e un account su Tik Tok, il social cinese che impazza tra i giovanissimi.
“Non voglio fare la detective dei miei figli: sono venuta al corso per conoscere, capire e provare ad utilizzare questi mezzi insieme a loro”.
“Dai, volete che facciamo Tik Tok?”: Anna ha adottato questo stratagemma per avviare con i bambini un confronto sull’utilizzo della Rete, compresi i rischi e i pericoli che si corrono.
Dal corso ha imparato che esistono alcuni parametri per l’impostazione della privacy, che ha subito provveduto ad aggiornare. O che si può impedire che i propri video vengano scaricati da altri utenti.

I genitori preventivi

Per Luca - che tra i partecipanti è quello con una figlia ancora davvero piccola - il confronto con i genitori è stato come una full immersion in quel che sarà: “Mi sono visto proiettato nel futuro e ho capito che diventare consapevole è la prima forma di prevenzione, perché vietare e basta non è sufficiente”.

L’associazione Link Lab continuerà l’impegno per educare, anzitutto gli adulti, a diventare più consapevoli.
Per informazioni su questo e gli altri progetti, tel. 392 75 89 787, indirizzo e-mail oppure www. http://www.link-lab.org

Pubblicato il 22 luglio 2020

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