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Centro Livatino: il ddl Zan è ideologico

Montecitorio

“Con una seduta conclusa alle ore 1.45 del 29 luglio – quasi si dovesse convertire in legge un decreto urgente per contrastare la pandemia – la Commissione Giustizia della Camera ha ultimato l’esame del testo unificato Zan in tema di contrasto all'omotransfobia. Abbiamo con più documenti illustrato il carattere liberticida e discriminatorio dell’articolato e insieme con esso una serie di anomalie procedurali, in primis l’aver anticipato le norme finanziarie del testo con l’inserimento degli art. 7 e 9 nella legge di conversione del Dl Rilancio”.

Lo denuncia in una nota, oggi, il Centro studi Rosario Livatino, secondo cui “l’ultima forzatura è avvenuta stanotte: la Commissione Giustizia non ha tenuto in alcuna considerazione le osservazioni e la condizione poste dal Comitato per la Legislazione, nella seduta di giovedì 23, proprio sui profili di genericità delle espressioni adoperate. Il relatore Zan si è riservato di rispondere in Aula, considerando di fatto la Commissione Giustizia alla stregua di un passaggio formale, invece della opportunità di approfondimento che la discussione al suo interno avrebbe permesso”.

Ricordando che oggi alle 14 (il 29 novembre, ndr) la Commissione Affari Costituzionali è chiamata a esprimere il suo parere, il Centro studi Livatino auspica, “per l’autorevolezza della Commissione e per la presenza al suo interno di componenti del Comitato per la Legislazione che hanno concorso alla stesura del parere (ignorato) di quest’ultimo”, “un esame ponderato e rigoroso, coerente con le norme della Costituzione violate dall’articolato Zan”. E conclude: “La forte marcatura ideologica del testo unico ha avuto finora necessità di più forzature per andare avanti. Ma la dignità di un Parlamento democratico non tollera forzature”.

G. A. 

(notizia Agensir)

Pubblicato il 30 luglio 2020

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