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«Mia moglie mi chiama Digital Evangelist»

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L’amore scoppia a 11 anni, complice un regalo chiesto per Santa Lucia. “In quegli anni erano stati commercializzati i primi PC, da collegare alla tv e a un mangiacassette per caricare principalmente giochi. Da allora, anche se la vita mi ha portato su strade diverse, la passione per l’informatica non mi ha mai abbandonato”.
Michele Parisi insegna religione al liceo artistico “Cassinari” di Piacenza e nel suo istituto svolge l’incarico di funzione strumentale per l’informatica. “Mia moglie, scherzando, mi chiama Digital Evangelist. Credo che oggi lavorare con le tecnologie sia diventato imprescindibile. Come si fa a rinunciare a tutta la potenza che la multimedialità può esprimere?”.

Dopo un mese di sole lezioni in Dad, gli studenti di seconda e terza Media e quelli delle Superiori – quest’ultimi ancora in formazione ridotta al 50% - hanno fatto rientro in classe. Come i loro colleghi, anche gli insegnanti di religione cattolica hanno dovuto ripensarsi sfruttando le nuove tecnologie. Abbiamo raccolto l’esperienza di tre docenti delle Superiori, che sono anche esperti e appassionati di informatica: il prof. Stefano Costi, che insegna al “Mattei” di Fiorenzuola, webmaster di svariati siti, che nella sua scuola ha creato anche spazi di co-working, e il prof. Roberto Bellavigna, docente allo “Zappa-Fermi” di Borgotaro, che si serve delle opere d’arte e delle immagini per coinvolgere gli studenti.

Nella foto, da sinistra, gli insegnanti Michele Parisi, Stefano Costi e Roberto Bellavigna

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Pubblicato il 15 aprile 2021

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