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Mons. Cevolotto: don Eliseo, un’anima della nostra Chiesa

funerale eliseo segalini

 


L’omelia ai funerali in Cattedrale il 30 aprile.


“Non ho potuto incontrare personalmente don Eliseo in questi primi mesi della mia presenza a Piacenza, ma l’ho incontrato in tante persone che ne hanno parlato come del riferimento intelligente di tanti cammini che hanno preso il via nella loro vita e nella nostra comunità”. Sono le parole del vescovo mons. Adriano Cevolotto in Cattedrale al funerale di mons. Eliseo Segalini, per diversi anni vicario generale della diocesi e storico assistente diocesano dell’Azione Cattolica, morto a 90 anni il 27 aprile.

Due anime della nostra Chiesa


In una settimana - ha proseguito il Vescovo - ci hanno lasciato due sacerdoti che, in modi diversi, hanno interpretato due anime e sono stati, di fatto, una sorta di due polmoni della nostra Chiesa: mons. Giancarlo Conte, testimone del radicarsi in una comunità - quella di san Giuseppe Operaio - e nel lavorare per dare un’anima credente a un intero quartiere; mons. Eliseo Segalini, con il suo impegno per la ricerca di Dio non in uno spazio geografico, in un determinato territorio, ma nello “spazio dell’umano” come educatore e per indicare strade nella ricerca di senso da parte delle persone.

Ha accettato la sfida di uno spazio “non convenzionale”

Don Eliseo - ha aggiunto il Vescovo - ha abitato uno spazio “non convenzionale” accettando la sfida dell’incontro con tutti e con tutto. Ogni luogo e ogni tempo possono accogliere la manifestazione di Dio; se Dio c’è, un luogo si trasforma, si apre ad una prospettiva nuova. Ed è quanto lui ha fatto nelle vacanze a Resy in Val d’Aosta per centinaia e centinaia di ragazzi e giovani accompagnandoli nella salita al Castore con i suoi 4200 metri nel gruppo del monte Rosa. Nessuno nella sua vita - ha concluso mons. Cevolotto – è esonerato dalla fatica della salita, ci sostiene però la certezza di poter giungere insieme a una meta, Gesù risorto.

Mons. Chiesa: la sua azione possa ancora portare frutto

All’inizio della celebrazione il vicario generale mons. Luigi Chiesa ha ripercorso la storia di mons. Segalini: convinto formatore di un laicato cattolico e responsabile, ha impegnato tante delle sue energie nella formazione e nel lavoro per il Progetto culturale attraverso le esperienze di Cives e Punto Incontro e come assistente dell’Ordo Viduarum. “Ieri - sintetizziamo il pensiero di mons. Chiesa -, riflettendo qui in Cattedrale di fronte alla bara di don Eliseo, non potevo non pensare alla sua grande attenzione alle persone, al suo servizio di educatore, testimone di un Gesù amabile che non costringe, ma promuove. Che possiamo anche noi - è stato il suo augurio - far crescere i semi che lui in prima persona ha piantato in mezzo a noi”.

Pubblicato il 30 aprile 2021

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