Menu
logo new2015 ok logo appStore logo googleStore

Suor Antonella: «Ogni uomo ha una sua dignità e deve poter fiorire»

 suor antonella teresa3

È legge dell’universo che non si può far la nostra felicità senza far quella degli altri”. Sono le parole di Antonio Genovesi, scrittore, filosofo, economista e sacerdote, della Napoli del 1700, fautore dell’economia civile, citato dalla carmelitana suor Antonella Teresa Sincletica, nel primo incontro di formazione, il 29 aprile, rivolto ai giovani ed in particolare agli educatori di Azione Cattolica di Piacenza sul tema: L’economia civile per un nuovo modello di sviluppo. Riflessioni a partire da “Economy of Francesco”.

LA MIA VITA

“Vivo al monastero del Carmelo di Piacenza dal 2014, - ha esordito suor Antonella - vengo da Borgonovo e sono cresciuta nell’esperienza di Azione Cattolica. La storia che mi ha condotta fino a qui nasce anche dalle esperienze sociali che hanno dato un tono particolare alla mia vita. Dopo ragioneria ho scelto la facoltà di Economia alla Cattolica di Piacenza dove mi sono laureata. Il mio lavoro è iniziato come operatrice nella Caritas diocesana. Quando facevo economia c’erano delle cose che non mi tornavano, come il marketing che aveva l’obiettivo di puntare alla pancia del consumatore per fargli fare delle scelte irrazionali. Ho sempre pensato che nell’economia ci fosse qualcos’altro”.

UNA NUOVA ECONOMIA

Diventata economa del monastero agli inizi del 2020, suor Sincletica ha conosciuto l’economia civile ed ha cominciato a seguire dei corsi su questo tipo di economia portati avanti da importanti studiosi cattolici come Luigino Bruni e Stefano Zamagni. “Quello che sto esplorando è un mondo molto bello e interessante che tiene insieme economia e uomo nello stile della “Laudato si’” di Papa Francesco”. “La continua accelerazione dei cambiamenti dell’umanità e del pianeta si unisce oggi all’intensificazione dei ritmi di vita e di lavoro, in quella che in spagnolo alcuni chiamano “rapidación” (rapidizzazione). Il cambiamento è qualcosa di auspicabile, ma diventa preoccupante quando si muta in deterioramento del mondo e della qualità della vita di gran parte dell’umanità” (Laudato si’ n.18).

LA PUBBLICA FELICITÀ

“L’economia civile sceglie la pubblica felicità - ha sottolineato suor Antonella perché le persone possano fiorire, è una felicità inclusiva dove la ricchezza non è l’unico fine. Questa economia nasce in Italia a Napoli nel  1753 con Antonio Genovesi, primo insegnante di economia della storia che ha evidenziato come la gratuità e la fiducia sono concetti basici, perché non si può far la nostra felicità senza fare quella degli altri. Non possiamo essere felici in un mondo di persone infelici, anche la pandemia ce lo sta dicendo, dobbiamo ragionare con una cultura del noi sullo stile di San Francesco “… e vivere sine proprio”.

La formula dell’economia civile è questa: “Se anche uno solo dei fattori è zero, tutto il prodotto è zero. Possiamo quindi escludere e sacrificare qualcuno? Ogni uomo ha una propria dignità e deve poter fiorire!”.

NUOVA VISIONE ANTROPOLOGICA

Come dice Papa Francesco nella Laudato si’, al n.101: “A nulla ci servirà descrivere i sintomi, se non riconosciamo la radice umana della crisi ecologica. Vi è un modo di comprendere la vita e l’azione umana che è deviato e che contraddice la realtà fino al punto di rovinarla. Perché non possiamo fermarci a riflettere su questo? Propongo pertanto di concentrarci sul paradigma tecnocratico dominante e sul posto che vi occupano l’essere umano e la sua azione nel mondo”.

C’è bisogno quindi di una nuova visione antropologica e qui - per suor Antonella - ci viene in aiuto Santa Teresa d’Avila, la riformatrice del Carmelo che esprimeva l’importanza di vivere nell’umiltà, nel distacco e nell’amore fraterno.

È questo anche l’intento dell’”Economy of Francesco” tracciato da suor Sincletica, un grande processo di innovazione dell’economia seguito da giovani di tutto il mondo.

Riccardo Tonna

Pubblicato il 1° maggio 2021

Ascolta l'audio

Aggiungi commento


Codice di sicurezza
Aggiorna

"Il Nuovo Giornale" percepisce i contributi pubblici all’editoria.
"Il Nuovo Giornale", tramite la Fisc (Federazione Italiana Settimanali Cattolici), ha aderito allo IAP (Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria) accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.

Amministrazione trasparente