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La Pellegrina, 28 anni di speranza e di carità

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“Una casa in divenire che è cambiata nel tempo”. Così ha definito Gianluigi Rubini, presidente dell’associazione “La Ricerca”, la Casa Accoglienza per persone malate di aids “Don Venturini”, comunemente chiamata “La Pellegrina”, che ha celebrato, il 31 maggio, il ventottesimo anniversario di fondazione.

UNA CASA IN CONTINUA EVOLUZIONE

All’inizio degli anni 90’ si manifestano i primi casi di persone colpite da HIV ed il Sinodo diocesano, nel 1993, decide l’istituzione di una casa accoglienza affidandone la gestione all’associazione “La Ricerca”. “Una struttura - ha evidenziato Rubini - dove le persone con hiv/aids ricevono un’assistenza socio-sanitaria particolare che non si limita alla cura della salute psicofisica, ma anche al tentativo di rispondere ai bisogni di socializzazione e spiritualità di ciascuno. La permanenza nella casa, con i farmaci antiretrovirali che hanno ridato vita ai malati, si è notevolmente protratta e gli ospiti, con una vita segnata da fatiche, errori e sofferenze, cercano di riuscire a trovare un senso rielaborando il proprio vissuto per arrivare ad una esistenza responsabile, dignitosa e il più possibile autogestita”.

BUONE RELAZIONI

Per la prima volta il vescovo di Piacenza-Bobbio, monsignor Adriano Cevolotto, ha visitato la struttura ed ha celebrato l’eucaristia con al suo fianco don Franco Capelli, parroco della Besurica, e il diacono Mario Idda, direttore della Caritas diocesana. Una cerimonia intima, con insolito numero ristretto di partecipanti per le misure di sicurezza dettate dall’emergenza sanitaria. Dal presule l’incitamento a operare nella condivisione, nel donarsi reciprocamente, “per scoprire ognuno il valore della propria persona”. Il riferimento evangelico nell’omelia è stata la Visitazione di Maria alla cugina Elisabetta, un “incontro fra due donne e fra due generazioni”.
Il cammino di Maria è dunque un cammino fatto in fiducia e in amore. Si fida dell’Angelo ed è spinta dall’amore verso questa sua parente anziana. “È un sì impegnativo e decisivo quello di Maria, che fa comprendere - ha sottolineato il Vescovo - un Dio che opera in tutto, perché ciascuno possa diventare dono nell’incontro con l’altro”.

UNA CASA DI SPERANZA

“Bisogna ringraziare il Signore - ha evidenziato Mario Idda - per il dono di questa casa, segno di amore e carità. È un servizio nato per rispondere a dei bisogni urgenti, per poi offrire risposte non sempre uguali nel tempo, ma flessibili alle situazioni che cambiano. Una casa fonte inesauribile di speranza e di umanità che non è un ospedale o un centro di recupero, ma una famiglia in cui ci si aiuta. La sua gestione - ha aggiunto il direttore della Caritas - ha avuto per anni la guida sapiente e lungimirante dei compianti don Giorgio Bosini e suor Paolina Voltini, il cui ricordo continua ad ispirare il nostro cammino”. La Caritas diocesana - secondo le intenzioni del suo direttore - cercherà di sensibilizzare le comunità cristiane affinché questa esperienza venga vissuta come un’opportunità per rinvigorire le attività pastorali.

I DONI AL VESCOVO

Si realizza così il sogno del principale fautore della Pellegrina, don Giuseppe Venturini, a cui la casa è intitolata: “Dovrà sorgere un luogo dove l’amore di Dio per gli uomini si possa sperimentare e toccare con mano”. Lo ha ricordato la responsabile della struttura, Francesca Sali, offrendo a monsignor Cevolotto, alcuni doni di benvenuto per quella che è stata la sua prima visita: un nastro rosso simbolo della lotta all’aids, una foto, una maglietta e due libri che raccontano casa “Don Venturini”: “Le regaliamo un pezzo della nostra storia con la speranza che lei possa entrare a farne parte”. Invito che il presule ha raccolto con gratitudine in questo suo percorso di incontri che si sta rivelando - ha sottolineato - una continua scoperta di testimonianze belle della Diocesi di Piacenza-Bobbio. Raccolgo l’eredità di chi mi ha preceduto. Essere sempre attento alle nuove forme di povertà per poter dare risposte. È l’impegno che mi sento di assumere e maturare come vescovo”.

Al termine un grazie sentito e un applauso a due volontari storici della Pellegrina: i coniugi Piero e Luisa Delledonne che hanno celebrato 60anni di matrimonio.

Riccardo Tonna

Pubblicato il 2 giugno 2021

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