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Don Puglisi e il coraggio di fare il primo passo

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“I suoi occhi brillavano di una luce speciale che non so spiegare”. Con queste parole Christian Di Domenico racconta don Pino Puglisi nel suo spettacolo sul prete palermitano ucciso dalla mafia.
L’attore, presente il 25 marzo, nella prima parte della veglia quaresimale dei giovani, nella piazza della basilica di Sant’Antonino a Piacenza, ha parlato di don Puglisi conosciuto da piccolo: “Veniva a trascorrere alcuni giorni di vacanza con la mia famiglia. Era strano avere un prete in casa; si dicevano le preghiere a tavola e certe cose, in sua presenza, era difficile anche solo pensarle”.
Padre Puglisi venne assassinato a Palermo il 15 settembre del 1993, giorno del suo compleanno, e beatificato il 25 maggio 2013. Il killer gli sparò sotto casa. La sua opera infastidiva: educava i ragazzi secondo il Vangelo e li sottraeva alla malavita. Riconobbe il suo uccisore e gli sorrise prima di morire, forse per fargli sentire il suo amore e la misericordia di Dio.
Lo spettacolo di Di Domenico è una testimonianza di affetto che ricorda don Pino per le frasi dette, le cose fatte insieme, soprattutto per rendere onore alla sua memoria.
Una frase tipica di don Pino era: “Quelli che riflettono troppo prima di fare un passo, trascorreranno tutta la vita su un piede solo”.
Il prete palermitano ha ispirato la vocazione di Cristian di portare, come attore, in giro per l’Italia, il racconto della sua vita e le sue parole hanno colpito i numerosi giovani piacentini presenti a Sant’Antonino.

La spiritualità del nomade
La veglia è proseguita con il cammino silenzioso verso la Cattedrale che i giovani, entrando, hanno trovata addobbata con uno scenario suggestivo fatto di vele illuminate che richiamavano le tende del deserto.
“Dobbiamo fare nostra la spiritualità del nomade che non ha un posto sicuro ed è chiamato continuamente a ripartire”. Così il vescovo mons. Adriano Cevolotto ha evidenziato, nella sua meditazione, la metafora del nomade, viandante che consente di capire il senso del tempo che stiamo vivendo di oggi.
“Nel libro della Genesi - ha aggiunto - Dio scende a passeggiare nel giardino, mostrando una immagine di familiarità, come se avesse bisogno di riposare, di svagarsi e lo fa con l’uomo e la donna, ma, dopo il peccato, i passi di Dio divengono un rumore insopportabile e gli umani si nascondono per paura”.


Le tende nel deserto
Nel libro dell’Esodo si trova - per il Vescovo - la continuazione dell’avvenimento della Genesi quando Mosè chiede al Signore che continui a scendere e camminare in mezzo al popolo per arrivare alla terra promessa.
“È importante che Dio sia in mezzo alla sua gente - ha affermato mons. Cevolotto - in un cammino fatto di desideri, fatiche, nostalgie, passato e futuro”.
In questo percorso a tappe si ha bisogno - per il Presule - di figure importanti per la propria vita, persone che si mettono accanto all’uomo, segno della provvidenza di Dio, che, come le tende nel deserto, raccontano la bellezza e la fatica del cammino.

Appuntamento all’8 aprile di nuovo in Cattedrale
La celebrazione, curata nei minimi particolari, è proseguita con la presentazione del balsamo profumato, accompagnato dalla danza delle giovani ballerine dell’Accademia di Danza Domenichino da Piacenza.
La liturgia, animata dal coro della parrocchia di San Giuseppe Operaio, è proseguita con il versamento del balsamo, da parte del Vescovo e dei sacerdoti, nelle mani dei giovani.
Al termine la benedizione e l’invito ai presenti, da parte di don Alessandro Mazzoni, responsabile della Pastorale giovanile, di continuare il percorso che avrà il suo prossimo appuntamento in Cattedrale l’8 aprile con uno spettacolo sui 900 anni del Duomo e una settimana in agosto con il Cammino di Santiago di Compostela.

Riccardo Tonna

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Nelle foto di Mauro del Papa, alcuni momenti della celebrazione in Cattedrale con il Vescovo.

Pubblicato il 26 marzo 2022

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