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Il Vescovo a Pasqua: stupore, non rassegnazione

VP


La Cattedrale di Piacenza è al buio quando alle 21,30, il 16 aprile, inizia la celebrazione della Veglia pasquale presieduta dal vescovo mons. Adriano Cevolotto.
Solo dopo qualche minuto si accende la luce che illumina a giorno l’oscurità del Duomo. Il rito è iniziato davanti al portale della chiesa madre con la benedizione del fuoco nuovo e l’accensione del cero pasquale. Alla processione dei concelebranti e dei fedeli, con le candele accese, verso l’altare del presbiterio, è seguito il canto dell’Exultet, un antico inno della chiesa.


Un inno frutto di un lunghissimo cammino
L’Exultet proclama la vittoria della luce sulle tenebre, simbolizzata dal cero pasquale appena acceso. Splendide le parole che hanno preannunciato la risurrezione di Cristo e invitato tutta l’assemblea a gioire per il compiersi della profezia del mistero pasquale, ripercorrendo i prodigi della storia della salvezza. Semplice e insieme molto solenne, l’exultet è un condensato di fede, di teologia, di spiritualità, di liturgia elaborato nel corso dei secoli, frutto di un lunghissimo cammino.

Cinque catecumeni
La veglia è proseguita con la liturgia della Parola con letture dell’Antico e del Nuovo Testamento, e la liturgia battesimale. Cinque catecumeni, quattro donne e un uomo, di età adulta, provenienti da diversi Paesi del mondo, hanno ricevuto il battesimo, la cresima, e si sono accostati per la prima volta all’eucaristia.
“Anche quest’anno è una grazia avere un fratello e quattro sorelle che ricevono i sacramenti dell’iniziazione cristiana - ha sottolineato il Vescovo -, ci permettono di fare memoria di quello che anche noi abbiamo ricevuto: non è un fatto archeologico, qualcosa di passato, ma una realtà viva”.
A partire da questi fondamenti sacramentali, mons. Cevolotto ha richiamato i presenti a riscoprire la propria origine per riconoscere lo Spirito Santo come protagonista della vita di ogni credente.


Il desiderio di mettersi in ricerca
“Nel Vangelo, in cui si racconta del mattino di Pasqua, - ha aggiunto - abbiamo un intreccio di cammini, quello delle donne e di Pietro. Le donne, che vedono il sepolcro vuoto, provano un grande stupore e vanno a raccontarlo agli apostoli; Pietro, che dapprima ritiene le parole delle donne un vaneggiamento, poi corre verso il sepolcro”.
La riflessione su questo passo del Vangelo ha dato modo al Presule di esprimere la necessità di uscire per ognuno dalle proprie sicurezze, e anche dai dolori, per mettersi in ricerca, per camminare, senza cadere nel dire che non c’è nulla da cambiare: “tanto sono abituato cosi”. “Colui che cerchiamo è vivo - ha precisato mons. Cevolotto - e dobbiamo essere disposti a lasciarci sorprendere dalla novità”.

Alcune domande per tutti
Alcune domande poi si è posto il Vescovo a se stesso e ai presenti: “Che cosa ho visto in questi catecumeni che riguarda la mia vita? C’è stata una parola, nella liturgia, che mi ha scaldato il cuore?”. Per prendere sul serio l’annuncio pasquale - secondo il Presule - bisogna porsi questi interrogativi, per mettersi sempre in cammino, in una ricerca vera e reale.
“Il Risorto sorprende sempre - ha infine affermato mons. Cevolotto -, se partiamo rassegnati non troveremo che delusione. Lasciamoci stupire da quello che stiamo vivendo per una buona Pasqua, cercando Cristo, portatore di vita nuova”.
La celebrazione, dopo il battesimo e la confermazione dei catecumeni, è continuata con la liturgia eucaristica. Al termine la benedizione solenne ha manifestato ai fedeli, dopo i giorni della passione del Signore, la gioia della festa di Pasqua.

Riccardo Tonna

Nella foto di Pagani, il vescovo mons. Cevolotto insieme a sacerdoti e diaconi e ai neobattezzati in Cattedrale al termine della veglia pasquale.

Pubblicato il 17 aprile 2022

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