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Il Vescovo alla «Pellegrina»: dalla sofferenza nasce qualcosa di nuovo

pellegrina vescovo maggio 2022


“Dalla sofferenza, dal travaglio, nasce qualcosa di nuovo”: è l’espressione usata dal vescovo mons. Adriano Cevolotto, durante la celebrazione eucaristica, nel 29° anniversario di fondazione della Casa Accoglienza “Don Venturini”, alla Pellegrina, località sulla Strada Agazzana a Piacenza.
“Anche questa comunità - ha aggiunto - la possiamo definire un luogo di sofferenza che però fa germogliare il nuovo”.

La luce della vicinanza umana
La Casa famiglia, guidata dalla Responsabile Francesca Sali, è un ambiente dove si sperimenta un acceso amore per la vita. Quando si entra in questa comunità, nata dal volere della diocesi per accogliere e prendersi cura di persone malate di Aids e in condizioni di emarginazione, si viene avvolti da una luce insolita che è fatta di vicinanza umana, amicizia e rapporti autentici. È quello che si è respirato alla Pellegrina, il 27 maggio, nella liturgia e nel momento conviviale, realizzato per l’anniversario.
“Le immagini ritratte nei quadri, di questo salone, di persone come don Giorgio Bosini, suor Paolina Voltini, sono un ricordo ancora molto vivo di figure significative della chiesa diocesana”: ha esordito Enrico Corti, Presidente dell’Associazione “La Ricerca”, a cui è affidata la Casa accoglienza. Corti, all’inizio della celebrazione, ha affermato  che “La Pellegrina” racconta la storia di una chiesa che, con questa struttura, si è dedicata agli ultimi. “Anche gli ospiti - ha sottolineato - che qui incontriamo ci fanno vivere una ospitalità reciproca, e in questa eucaristia chiediamo che ci sia, per tutti, un cammino guidato dalla Provvidenza”.

Le paure ci inchiodano
Il brano degli Atti degli Apostoli in cui il Signore invita San Paolo a non avere paura, ha consentito al presule di sottolineare come le paure inchiodano e  fanno tornare indietro. Infatti oggi la paura è diventata un ostacolo, un freno che ci impedisce di vivere la vita che vogliamo: troppe persone sono bloccate dalle loro paure, che sono svariate come la paura di non essere all’altezza, quella di essere rifiutati, la paura di fallire, di essere soli… “Queste paure - ha evidenziato - si vincono se ci affidiamo a dei compagni di viaggio che ci aiutano a superare le difficoltà”.

Dal dolore nasce la vita nuova
L’ altra immagine, commentata dal Vescovo, è quella tratta dal vangelo: “La donna, quando partorisce, è nel dolore, perché è venuta la sua ora; ma, quando ha dato alla luce il bambino, non si ricorda più della sofferenza, per la gioia che è venuto al mondo un uomo” (Gv,16,21). “Le doglie forti e dolorose del parto - ha spiegato - portano alla nascita di un figlio. La vita generata fa appartenere il dolore la passato, fa nascere un tempo fecondo, e il pianto, la sofferenza si aprono alla vita”.
Questa riflessione ha dato modo a mons. Cevolotto, di far cogliere ai presenti come nella vita di ognuno il Signore prospetta qualcosa di nuovo: “una gioia che nasce dal pianto e dalla speranza”.


Riccardo Tonna

Pubblicato il 28 maggio 2022

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