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Il Vescovo: un nuovo anno pastorale per ripatire con fiducia

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27 settembre, festa di San Vincenzo de’ Paoli, il fondatore della Congregazione della missione, la realtà ecclesiale scelta a metà ‘700 dal cardinale Giulio Alberoni come formatori nel Seminario da lui voluto a San Lazzaro. Il vescovo mons. Adriano Cevolotto ha celebrato la messa, insieme a numerosi sacerdoti e diaconi, proprio nella chiesa di San Lazzaro. Prima aveva avuto luogo nella vicina Sala degli Arazzi l’intervento dedicato al futuro santo vescovo Scalabrini ad opera di padre Fabio Baggio, sottosegretario del Dicastero vaticano per il servizio dello sviluppo umano integrale.
San Vincenzo - sintetizziamo le parole del Vescovo - è un santo della formazione intesa come un’espressione della carità. Oggi, in molteplici ambiti della vita, si parla di prima formazione e formazione permanente. Come discepoli - sacerdoti e diaconi ma anche laici - siamo chiamati a vivere la carità pastorale e coltivare insieme una formazione che deve sempre essere approfondita.

La conversione dello sguardo
La Parola di Dio di questa liturgia - ha aggiunto - ci invita alla conversione che è la condizione per essere formati; in particolare, vale per noi la conversione dello sguardo. Il profeta Samuele viene inviato a consacrare il nuovo re d’Israele; lui non sa chi sarà il prescelto, solo Dio lo sa: sarà il primogenito oppure la persona più prestante sul piano fisico? Dio invece lo invita a guardare oltre, a scrutare il cuore. La scelta di Dio cadrà su Davide, il più giovane dei figli di Iesse. Chi Dio sceglie, non è senza debolezze; in Davide Dio trova la disponibilità a pentirsi e a convertirsi. È questa la condizione per fare realmente un cammino di formazione.

Uno sguardo riconciliato
San Paolo ci esorta a non guardare più le cose vecchie che sono passate; quante volte il nostro sguardo verso gli altri non è riconciliato né mosso dalla forza del perdono, ma ancorato sugli errori nostri ed altrui del passato. Questo atteggiamento non significa autogiustificarsi per rimanere in balia della proprie debolezze, ma è lasciarsi guidare dalla fiducia nell’altro.



La fiducia oltre il fallimento
Il Vangelo, con il racconto della pesca miracolosa di Pietro dopo una notte senza pesci, mette per noi oggi l’accento sui fallimenti pastorali, personali e familiari. Il gettare di nuovo le reti, come fa l’apostolo Pietro, è un gesto di fiducia che va oltre la delusione e il senso di fallimento. Fino a quando lo sguardo resta fissato sulle reti vuote, cioè sui fallimenti, non si riuscirà a guardare al futuro.
Solo se lo sguardo si posa sulla Parola di Dio - ha concluso il Vescovo -, ritroviamo la forza e la fiducia per ripartire e osare di gettare le reti dall’altra parte, quella indicata da Gesù ai suoi primi discepoli nel Vangelo di Luca.

D. M.

Nella foto, mons. Cevolotto durante la concelebrazione nella chiesa di San Lazzaro a Piacenza.

Pubblicato il 27 settembre 2022

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