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Le Migrantes da tutta la regione a Piacenza

perego


Hanno fatto tappa a Piacenza il 10 dicembre gli Uffici Migrantes delle diocesi emiliano-romagnole. Si sono ritrovate, accolte dai Missionari e dalle Missionarie di San Carlo, in Cattedrale sulla tomba del nuovo Santo, il vescovo Giovanni Battista Scalabrini. A fare gli onori di casa, il nuovo responsabile della Migrantes piacentina, lo scalabriniano padre Mario Toffari.
I partecipanti al pellegrinaggio, coordinati dal bolognese don Andrea Caniato, hanno vissuto la messa in Cattedrale presieduta dall’arcivescovo di Ferrara-Comacchio mons. Giancarlo Perego, presidente della Commissione episcopale presidente della Commissione episcopale per le migrazioni, della Fondazione Migrantes e delegato regionale per i migranti.


Uno sguardo aperto alla storia
Questa giornata a Piacenza - sintetizziamo le parole di mons. Perego all’omelia - permette al nostro sguardo rivolto al presepe di non fermarsi a Betlemme, il luogo della nascita di Gesù, ma di aprirsi a contemplare l’arrivo dei Magi che ricorda l’universalità della salvezza e la fuga in Egitto della Santa Famiglia, episodio che ha pensare alla violenza verso tutti gli uomini in fuga di ieri e di oggiLa vita del vescovo Scalabrini - ha aggiunto l’Arcivescovo di Ferrara - è stata caratterizzata da un cuore di padre che l’ha reso attento non solo ai vicini ma anche ai lontani. La sua virtù è stata la carità che si espressa in più dimensioni.


L’azione di Scalabrini
In primo luogo, la carità pastorale, che nella parrocchia di San Bartolomeo a Como porta Scalabrini a costruire relazioni di vicinanza alle famiglie. Questa carità, quando lui diventa vescovo di Piacenza a soli 36 anni, lo conduce a scrivere sessanta Lettere pastorali favorendo in diversi modi la formazione del clero e dei laici. Sempre in quest’ottica, alla luce del Concilio Vaticano I, fa di tutto perché si inquadri la figura del Papa in chiave pastorale

Sul piano della carità intellettuale, poi, lavora per la formazione dei catechisti sia da parroco che da vescovo fino a fondare a Piacenza, con un orizzonte nazionale, la Rivista del catechista cattolico. Diventa così un protagonista del rinnovamento catechistico insieme al suo amico vescovo Bononelli a Cremona e a San Giovanni Bosco. Scalabrini convoca a Piacenza nel 1889 il primo congresso catechistico italiano; ne emerge ancora oggi il quadro di una catechesi attenta alle diverse età, categorie sociali e luoghi, dalla città alle campagne.
E infine, la carità sociale. Scalabrini nella sua Fino Mornasco incontra il disagio dei lavoratori; nasce in lui un’attenzione ai poveri che lo accompagnerà sempre, come dimostra la sua azione a favore delle mondine e dei sordomuti.


L’attenzione ai migranti italiani nel mondo
Fin dalla sua prima visita pastorale - ha aggiunto mons. Perego - Scalabrini entra in contatto nella diocesi di Piacenza con la realtà delle migrazioni; da allora, nel confronto continuo con mons. Bonomelli, nasce il suo impegno tra i migranti fino a fondare i Missionari e le Missionarie di San Carlo e una società laica, la San Raffaele.

L’impegno per i migranti porta Scalabrini a sviluppare la carità politica incontrando a più riprese il mondo politico per illustrare loro le problematiche dei migranti italiani che visita direttamente nel 1901 e nel 1904 in America.
In questo tempo di Avvento - ha concluso mons. Perego nella sua omelia - lasciamoci raggiungere dal cuore di Dio Padre per poter come Scalabrini alzare gli occhi e accorgerci di chi giunge da noi da mondi diversi e ci aiuta a costruire il futuro. Il Natale viene sempre da lontano.


Un altro santo dell’emigrazione, Artemide Zatti
Con Scalabrini il 9 ottobre scorso - ha ricordato al termine della messa don Caniato - è stato canonizzato anche un altro emiliano, Artemide Zatti, originario di Boretto nel reggiano, dove è nato nel 1880. Emigrato in Argentina nel 1897, iniziò a frequentare i Salesiani con i quali si consacrò a Dio. Ammalatosi di tubercolosi, poi guarito, ha dedicato la sua vita, fino alla morte nel 1951, alla cura degli ammalati.
Il gruppo ha poi visitato nella Casa Madre degli Scalabriniani il Museo multimediale dell’emigrazione.

D. M.

Nella foto, da sinistra, di fronte alla tomba di San Scalabrini, don Caniato, mons. Perego, arcivescovo di Ferrara-Comacchio, e padre Toffari.

Pubblicato il 10 dicembre 2022

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