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CNA, giudizio negativo sull'ecobonus previsto nel Decreto Crescita

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Nel Decreto Crescita (in approvazione alla Camera il 21 giugno, per poi passare al Senato ed essere convertito in legge entro il 29 giugno) è prevista una norma che consente all’impresa esecutrice dei lavori per la riqualificazione energetica e per la messa in sicurezza anti-sismica degli immobili di anticipare al cliente la detrazione fiscale sotto forma di sconto in fattura, con la possibilità di recuperarlo in cinque anni.
La misura - afferma CNA in un comunicato - rischia di acuire ulteriormente le differenze tra piccole imprese artigiane e grandi aziende e andrebbe a penalizzare il sistema italiano delle PMI.

Il giudizio di CNA sulla misura contenuta è decisamente negativo.
“Il rischio principale di questa discutibile misura - commenta il presidente di CNA Piacenza, Giovanni Rivaroli - è che le piccole e medie imprese artigiane che non dispongono di consistente disponibilità finanziaria e di liquidità, saranno costrette a lavorare per i grandi gruppi sottostando alle loro condizioni e senza avere, di conseguenza, la possibilità di emanciparsi e di crescere".
"È una misura - prosegue Rivaroli - che non porta giovamenti a nessun soggetto e che, al contempo, si rivelerà estremamente dannosa proprio per i piccoli artigiani. Anche la possibilità di un’ulteriore cessione dei crediti a propri fornitori di beni e servizi non intacca la complessità delle procedure, mentre lascia inalterati i rischi per artigiani e piccole imprese di restare alla mercé dei grandi fornitori, gli unici nelle condizioni di prendere in carico queste opere per poi assegnarle in una sorta di sub-appalto”.

Ma CNA, di fronte a questa misura giudicata iniqua e dannosa, ha già pronte proposte alternative da mettere sul banco.
“La nostra richiesta - sottolinea il Direttore di CNA Piacenza, Enrica Gambazza - prevede che si possa cedere il credito d’imposta, corrispondente alla detrazione fiscale connessa alla spesa effettuata, direttamente alle banche, proprio per evitare che artigiani e piccole imprese non possano acquisire il credito per carenza di risorse finanziarie o di capienza fiscale tale da consentire la procedura di compensazione. In questo clima di incertezza ci sembra veramente insensato adottare misure che vadano a penalizzare esclusivamente il sistema delle PMI, già destinatario, in questi ultimi anni, di provvedimenti normativi che non hanno certo favorito la ripresa economica”.

Pubblicato il 21 giugno 2019

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