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«Il Grest: un'esperienza che sento il bisogno di ripetere ogni anno»

cirella

Il compito dell’educatore al Grest in oratorio non è da sottovalutare: si tratta di una profonda responsabilità individuale e personale, una scelta che richiede il coraggio di diventare il punto di riferimento per molti bambini.
Alessandro Cirella, dell’Oratorio San Filippo Neri di Castel San Giovanni, ci parla del motivo di questa decisione: “Sono educatore da 5 anni, dopo aver partecipato al Grest come ragazzo per qualche anno. Ho voluto provare quest’esperienza per mettermi a disposizione di qualcun altro, per educare chi è più piccolo di me secondo uno stile di vita che ritengo giusto e tentare di farlo crescere secondo una morale corretta".
La responsabilità educativa di ogni giovane che si mette in cammino lungo questa strada è grande, enorme: non si smette mai di essere educatori. Ogni atto, ogni gesto che un ragazzo compie – anche al di fuori dell’ambiente dell’oratorio – ogni parola che dice può diventare modello e ispirazione per chi è più piccolo di lui. Come quando si irriga un giardino o un fiore, bisogna trovare sempre una via di mezzo: poca acqua fa morire una pianta, ma anche troppa è dannosa, la fa affogare. È necessario quindi cercare sempre un delicato equilibrio, “per provare a tracciare una via nel percorso della vita dei ragazzi che ci sono affidati, per farli diventare persone buone. È un desiderio ambizioso, ma il nostro compito è provarci sempre. Se ripenso a questa esperienza, vedo come essa mi abbia cambiato facendomi maturare, rendendomi più consapevole di ciò che circonda me e tutti noi, qui in terra e più in alto, sopra le nostre teste. Inoltre, mi ha permesso di intraprendere nuove relazioni, anche davvero importanti".
Molti legami hanno infatti posto radici nell’ambiente del Grest, per poi ramificarsi e rafforzarsi all’esterno: “Ho conosciuto tante belle persone con cui ho condiviso moltissime esperienze, che poi si sono estese anche al di fuori del Grest. Si tratta di un’esperienza che sento il bisogno di ripetere ogni estate. Spesso d’inverno, quando la pigrizia e la noia si fanno sentire, il desiderio di tornare al Grest riappare come una fiammella a scaldare il cuore. Non solo per il ricordo della felicità dei bambini, ma anche per l’importanza di quello che noi educatori facciamo. Sono molto contento di questo percorso: lo affronto con impegno e fatica, do sempre il massimo per tentare di migliorarmi in ogni minimo aspetto".

Paolo Prazzoli

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Pubblicato il 17 luglio 2019

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