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I 100 anni di Confagricoltura. Il presidente Gasparini «La nostra una storia che non può finire»

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“Sono convinta che questo sia il tempo in cui bisogna occuparsi delle persone. Non vogliamo che la parola sostenibilità sia qualcosa che sottometta l’uomo, al contempo non possiamo dimenticarci che noi qualche “scippo” a questo pianeta l’abbiamo fatto: se saremo in grado di guardare un po’ più in là, superando posizioni estremistiche, con la tecnologia e l’innovazione possiamo far convivere queste due necessità”. Sono le parole del ministro dei Trasporti, la piacentina Paola De Micheli, intervenuto nel pomeriggio dell’11 novembre a Palazzo Galli della Banca di Piacenza in occasione del convegno per celebrare i cent’anni di Confagricoltura Piacenza, di cui è anche socia. “Un’associazione che voglio ringraziare sul piano personale, prima ancora che istituzionale e politico - ha detto ancora De Micheli - perché ha consentito agli agricoltori come me di crescere e migliorare nel proprio lavoro. Spero che tra cent’anni i miei nipoti possano assistere al festeggiamento del duecentesimo anniversario di questa realtà. L’agricoltura - ha evidenziato - è un lavoro che implica impegno quotidiano, a volte anche un po’ noioso, meravigliosamente noioso, ma che è ancora, e mi auguro sarà, fondamentale per questo Paese”.
L’intervento del ministro è stato preceduto dalla relazione del presidente di Confagricoltura Piacenza, Filippo Gasparini, simbolicamente intitolata “Da cent’anni e tra cent’anni”. Con uno sguardo aperto al futuro, Gasparini ha ripercorso prima la storia dell’associazione, mettendo poi in rilievo le principali sfide che gli agricoltori sono costretti ad affrontare ai giorni nostri. “La nostra storia la divido in due parti - ha spiegato -: fino agli anni ‘70 è stata segnata da un conflitto tra capitale e lavoro, dove è uscito premiato quest'ultimo e in cui l’innovazione tecnologica è stata sempre al servizio dell’emancipazione umana. Oggi le cose sono diverse - ha rilevato -, mi pare che la tecnologia abbia il solo scopo di dimostrare che non si inquina; in relazione anche ai rapporti con le istituzioni europee, la sensazione è che non comandiamo più: sentiamo attaccato il pluralismo e il solidarismo delle nostre aziende virtuose. Gran parte delle normative mi sembrano atte a sovvertire i nostri valori - ha voluto sottolineare -, tutto ciò non è compatibile con il nostro passato. Non mi vergogno ad essere chiamato conservatore - ha continuato Gasparini -, perché questo significa custodire modelli futuribili, che rivendico siano portati avanti secondo le nostre chiavi di lettura: proprietà privata, profitto, produttività, controllo dei costi devono essere il nostro pensiero fisso, da cui si può arrivare, in un secondo momento, alla condivisione di beni e di ricchezza. L’augurio che mi faccio è continuare nella nostra storia - ha concluso -, una storia che non può finire. L’uomo infatti ha cominciato a fare l’agricoltore quando ha conosciuto Dio: è Dio che ci ha mostrato che siamo eterni, l’attività più eterna - e quindi per definizione vicina a Dio - è l’agricoltura”.
Il convegno, in cui hanno preso parola anche diverse autorità del territorio (e non solo) - tra cui il Prefetto Maurizio Falco, il sindaco Patrizia Barbieri, il presidente della Camera di Commercio Alfredo Parietti, l’avv. Corrado Sforza Fogliani, presidente del comitato esecutivo della Banca di Piacenza, e il senatore Gianpaolo Vallardi - è stato preceduto in mattinata dalla presentazione del libro che porta lo stesso nome della giornata celebrativa: “Confagricoltura Piacenza: da cent’anni e tra cent’anni”, frutto della collaborazione tra Daniela Morsia, studiosa ed esperta conoscitrice della storia dell’agricoltura ed Elena Gherardi, giornalista e responsabile della comunicazione di Confagricoltura Piacenza. Si è poi proseguiti con la lectio magistralis del professor Renato Cristin, filosofo e docente dell’Università di Trieste, dal tema “Terra, radicamento e identità”; seguita dalla tavola rotonda in cui alcuni ex presidenti dell’associazione hanno dialogato sulla storia e le prospettive dell’agricoltura incalzati dalle domande di Paola Romanini, vicecaporedattore di Libertà. Le conclusioni sono state affidate al presidente nazionale di Confagricoltura Massimiliano Giansanti.

Pubblicato il 13 novembre 2019

Federico Tanzi

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