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Valorizzare il patrimonio religioso, l’accordo tra Regione e Cei Emilia-Romagna

Turismo religioso da sinistra Mezzetti Zuppi Mazza Bonaccini Corsini

Dallo splendido complesso di San Vitale a Ravenna, patrimonio mondiale Unesco dal 1996, alle espressioni del “romanico emiliano” offerte dalle cattedrali di Piacenza, Parma, Fidenza, Modena (patrimonio mondiale Unesco dal 1997) e Ferrara, passando per la basilica di Santo Stefano a Bologna che riecheggia il Santo Sepolcro di Gerusalemme. E poi il Tempio Malatestiano di Rimini, dove Giotto realizzerà il suo crocifisso e la Biblioteca malatestiana di Cesena (nel Registro Unesco Memoria del Mondo dal 2005). E ancora le 23 strutture tra pievi, chiostri, abbazie, monasteri millenari e luoghi di culto che si trovano lungo alcuni dei 18 Cammini per viandanti e pellegrini dell’Emilia-Romagna e che hanno registrato più di 1.600 visitatori per la prima edizione di Monasteri aperti, l’appuntamento con l’arte sacra e la spiritualità frutto di uno stretto lavoro sinergico tra 10 diocesi emiliano-romagnole e una decina di associazioni di Cammini, che hanno contribuito alla realizzazione di un evento unico nel suo genere in Italia e in Europa. Tra questi figurano l’Abbazia di Nonantola (Modena), recentemente riaperta al pubblico dopo il restauro post terremoto, il Monastero di San Pietro a Modena, l’Abbazia e il Chiostro di San Colombano, a Bobbio (Piacenza), uno dei principali centri di cultura tardomedievale del Nord Italia, l’Abbazia di Sant’Ellero, nel forlivese, il Monastero Regina Mundi di Lagrimone, nel parmense e il Monastero benedettino francescano delle Sante Caterina e Barbara a Santarcangelo di Romagna (Rimini).
Sono solo alcuni dei gioielli sacri che popolano l’Emilia-Romagna, un patrimonio storico, di arte e spiritualità che ora, attraverso un’azione comune e condivisa, viene messo al centro di un nuovo grande percorso internazionale pensato per i viaggiatori e i pellegrini. Dopo la prima convenzione del 2016, è stato siglato a Bologna il nuovo protocollo d’intesa sul turismo religioso, tra la Regione Emilia-Romagna e la Ceer -Conferenza Episcopale Emilia-Romagna – il primo del genere in Italia, che ha l’obiettivo di valorizzare e far conoscere a un pubblico più ampio i beni sacri, “nel pieno rispetto della tutela e delle esigenze proprie dei luoghi di culto, dell’attività pastorale, delle feste e delle tradizioni religiose”. A firmare l’intesa, il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, e Sua Eminenza il cardinale Matteo Maria Zuppi, alla presenza del vescovo emerito di Fidenza, monsignor Carlo Mazza, e degli assessori regionali Andrea Corsini (Turismo) e Massimo Mezzetti (Cultura).
“Con questa intesa – per la quale ringrazio davvero il cardinale Zuppi e la Conferenza episcopale regionale - condividiamo l’impegno di valorizzare ancora di più luoghi storici e monumenti religiosi che sono parte integrante della vita delle nostre comunità - sottolinea Bonaccini -. Una stretta collaborazione che abbiamo ulteriormente rafforzato dopo il sisma del 2012, quando subito ci adoperammo per la riapertura dei luoghi di culto e nella ricostruzione successiva, con tante, importanti inaugurazioni anche nei mesi scorsi e nelle ultime settimane. Oggi, con l’accordo firmato, vogliamo fare un passo ulteriore per rispondere meglio anche all’esigenza di un turismo diverso e per poter favorire una lettura e una conoscenza del nostro territorio fuori dai percorsi più noti. In quattro anni le presenze turistiche in Emilia-Romagna sono aumentate di 15 milioni, passando da 45 ai 60 milioni del 2018, anche grazie a questo patrimonio inestimabile, che rappresenta il volto più spirituale della nostra regione. Forza di attrarre qui persone da ogni Paese dovuta anche al turismo culturale, accessibile, formativo ed etico legato all’arte sacra, ai cammini e alle vie di pellegrini di cui è ricchissima l’Emilia-Romagna”.
Il protocollo d’intesa siglato dà attuazione a un accordo precedentemente firmato dalla Conferenza delle Regioni e dalla Cei. È valido cinque anni e rinnovabile per altri cinque e ha l’obiettivo di individuare azioni congiunte di programmazione e promozione finalizzate a garantire modalità di conoscenza, fruizione e valorizzazione dei beni ecclesiastici del patrimonio religioso materiale e immateriale da parte dei visitatori dei luoghi sacri (chiese, pievi, complessi monastici, santuari, musei, archivi, ecc). Il tutto nel rispetto di una accessibilità piena, non solo fisica, con un’attenzione particolare allo sviluppo di un turismo sostenibile, competitivo e di qualità, etico e responsabile e che si propone di favorire anche il turismo educativo attraverso viaggi di istruzione, visite guidate, vacanze studio e campi estivi. Inoltre, compito dei firmatari, anche quello di rafforzare gli itinerari religiosi, interculturali e interreligiosi ad hoc per ciascun territorio e un’informazione capillare sulle diverse iniziative e attività d’interesse turistico. Infine, è prevista anche una specifica formazione e un aggiornamento per le guide turistiche e gli operatori turistici e culturali sull’arte sacra e il turismo religioso. E per sviluppare l’intesa, che guarda anche alla valorizzazione dell’offerta turistica all’estero, è prevista l’istituzione di un tavolo permanente di lavoro che opererà a titolo gratuito, composto da un rappresentante della Ceer e altri quattro referenti indicati sempre dalla Conferenza episcopale regionale, due rappresentanti della Regione (nei settori del Turismo e della Cultura), un rappresentante dell’Ibc, Istituto per i beni artistici, culturali e naturali e due di Apt di cui uno con funzioni di coordinamento.

Pubblicato il 6 dicembre 2019

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