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La beatitudine cos'è?

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La parola “beatitudine” che cos’è? Quella gioia così difficile da avere, che disperatamente cerchiamo, che non possiamo comprare o costruire.
Il mondo pare dirci che chi si può permettere di più, sarà più felice.
Davvero, non è così. Paradossalmente la vita così può diventare un peso.
Quando un’esistenza diventa beatitudine anche nella difficoltà? Quando c’è amore e carità.
Nella logica della croce l’amore è più forte della morte e il perdono è più forte della vendetta. Nella croce Dio si dà tutto, si esprime in maniera suprema. Gesù crocifisso e risorto rivela chi è Dio, chi siamo noi, e unisce entrambi in un unico amore. E il “sì” di Dio è all’uomo, anche quello più lontano a Dio.
L’amore non sarà mai distrutto, ma rimane.
Gesù oggi ci vuole insegnare, dove trovare quest’amore per rimanere beati, vale a dire trovare quello che nella propria vita dà senso e significato a tutto.

Che cosa faceva Gesù sul monte?
Pregava, era a colloquio con il Padre cui andava per ricevere grazia.
In questo situazione chiama sei discepoli e li dice “beati”.
La beatitudine viene da Dio, che non è contrario alla nostra felicità, non si compiace del nostro dolore.
Quando siamo poveri e afflitti, lì nel fondo del nostro cuore ci aspetta chi ci può dare speranza e beatitudine, la pace che il mondo non può regalare e che si fonda su quella relazione profonda e intima che supera ogni malizia e tradimento.
È guardando i propri discepoli che Gesù vede i poveri, gli affamati, i sofferenti, i perseguitati. Non è una lezione che sta dando a noi, ma una consapevolezza che sta chiedendo a ciascuno di noi. Gesù è colui che vede la povertà, la fame, la sofferenza, l’ingiustizia. E proprio perché la vede, può anche riempirla di significato e trasformarla, così, in beatitudine.
Signore, insegnaci a pregare.
Bastare a se stessi è il grande motto dell’inferno, perché chi basta a se stesso, è solo, e chi è solo, è all’inferno anche se non lo sa.
Signore, nella preghiera e nella relazione con te nascerà la mia vera gioia.
Perché le Chiese sono vuote? Forse non ci interessa la fonte della gioia.
Solo la preghiera richiama gli altri a Dio e il suo amore implica l’accettazione di un bisogno che ci abita e che riguarda tutti, ricchi e poveri: è il bisogno di essere amati.

Estratto dalla Lectio mattutina
di madre Maria Emmanuel Corradini,
abbadessa del Monastero benedettino di San Raimondo,
del 9 settembre 2020, Vangelo secondo Luca 6,20-26

a cura di
Gaia Leonardi


Pubblicato il 21 settembre 2020

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