Nella tenda con Gesù
Ogni anno la nostra Comunità organizza un campeggio comunitario al mare.
Al centro del campo un grosso tendone bianco e giallo accoglie il Santissimo Sacramento che rimane esposto giorno e notte per tutta la durata della vacanza, con turni di adorazione che vengono interrotti solo per la celebrazione eucaristica della sera. Tutto intorno centinaia di tende vengono montate e smontate, a seconda delle partenze e degli arrivi.
È un'esperienza gioiosa e semplice di vita comunitaria; una vacanza al mare scandita ogni giorno dalle lodi comunitarie carismatiche al mattino e dalla messa tutti insieme la sera..
Una vacanza economica
Quell'anno, per diversi motivi interni alla Comunità, non potendo ospitare le centinaia di persone degli anni precedenti, ci ritrovammo ad organizzare un mini campeggio comunitario con solo due sacerdoti e qualche decina di fratelli provenienti da diverse parti d'Italia.
Tra questi arrivò anche Giorgio.
Sua madre, che stava in Comunità, lo aveva pregato di partecipare al campeggio comunitario, ma lui, non credente, si era rifiutato; poi quando gli capitò sott'occhio il volantino con i costi giornalieri cambiò idea: se per fare una vacanza al mare spendendo poco, bastava partecipare alla messa, alle lodi e a un'ora di adorazione ogni giorno, che ci voleva?
E così fece. Ogni giorno puntuale veniva alle lodi e poi se ne andava al mare come tutti. E ogni pomeriggio, di solito subito dopo pranzo, entrava nella tenda del Santissimo e lì rimaneva per un'ora intera.
Normalmente i turni d'adorazione, come tutto il resto, non sarebbero stati obbligatori ma siccome quell'anno eravamo pochi c'era bisogno davvero di tutti. E Giorgio non si tirò indietro.
Nella tenda con Gesù
Alla fine del campo ci raccontò che senza rendersene conto quell'andare ogni giorno in silenzio davanti a Gesù iniziò pian piano a cambiargli il cuore:
“All'inizio entravo, pensavo ai fatti miei e dopo un'ora me ne uscivo. Ma a metà del campo, dopo l'ennesima ora di adorazione, mentre me ne stavo come al solito davanti a quel cerchietto bianco, improvvisamente scoppiai a piangere. La cosa mi spaventò perché non sapevo cosa mi stesse succedendo!
Perché stavo piangendo?
Meno male la persona del turno dopo era già arrivata e me ne potei uscire subito.
Ma il giorno dopo accadde ancora la stessa cosa.
Ogni volta che entravo in quella tenda per il mio turno davanti all'Eucarestia dopo poco scoppiavo a piangere. Senza un motivo.
Giorno dopo giorno, e lacrima dopo lacrima, sentivo però che dentro, qualcosa si stava sciogliendo.
Mi resi conto che in quella tenda non ero mai stato solo e Qualcuno, senza che me ne accorgessi, mi stava guarendo il cuore”.
Quell'esperienza stravolse la vita di Giorgio, che in quel campo incontrò per la prima volta Gesù nell'Eucaristia; e non solo Lui, ma anche Cristina, che di lì a qualche anno sarebbe diventata sua moglie.
Uno sguardo capace di guarire
Nella Bibbia leggiamo che il Signore si fa trovare da chi lo cerca, perché Dio non vede l'ora di iniziare ad avere una relazione viva e autentica con ciascuno di noi. E noi ne abbiamo un gran bisogno, perché, come Giorgio, a volte nemmeno sappiamo di che cosa necessita il nostro cuore, ma Dio, che ci conosce e ama profondamente, lo sa.
Il punto è che come l'amicizia per crescere ha bisogno che gli amici passino del tempo insieme, e più ne passano e più l'amicizia diventa profonda, così anche con Dio.
Più stiamo in preghiera davanti a Lui e più cresce il nostro desiderio di rimanerci; è come dice Santa Teresa di Calcutta: “il frutto della preghiera è la fede”. E nella fede conosciamo sempre più questo Padre che ci guarda con un amore mai sperimentato prima.
Siamo abituati a condannarci e a criticarci aspramente.
Se ascoltiamo i nostri pensieri su noi stessi, spesso sono pieni di parole di svalutazione e critica. Di fronte a banali errori non perdiamo l'occasione per darci degli stupidi o per dirci che siamo buoni a nulla.
Certo, magari l'abbiamo imparato da qualcuno che purtroppo ce lo ha detto prima di noi; ma nella preghiera scopriamo che non così pensa Dio di noi, non con questi occhi ci guarda, ma con gli occhi di un Padre innamorato che crede profondamente nei suoi figli.
9 - Continua
La prossima tappa sarà online giovedì 30 luglio
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L'Autore
Letizia Capezzali è pedagogista. Laureata presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e con una specializzazione in Pedagogia Clinica, lavora da oltre 15 anni in ambito educativo. |
Pubblicato il 27 luglio 2020
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Le tappe già pubblicate
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