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Con l'Azione Cattolica un viaggio «Oltre i confini»

gruppo sul confine

Partire dopo il 25 Aprile è stato uno spunto, uno spunto per riflettere sul vario modo di vedere la fine della seconda guerra spostandosi semplicemente un po’ più ad est. Rimanendo a Piacenza il discorso è sicuramente più semplice, c’era chi stava dal lato giusto e chi no, chi ha voluto liberare il paese dal fascismo e dai tedeschi e chi invece li ha appoggiati; al confine orientale è tutto più complicato.
Da una parte c’era lo stesso dramma che affliggeva tutti gli italiani, ma i partigiani di Tito sono stati credibili per troppo poco. Il regime comunista era alle porte e stare lì, al confine, il tema del nostro viaggio, era come camminare su una lama affilata. Se già dal primo conflitto mondiale la situazione era difficile e sanguinosa, non è che potuta andare degenerando e una condizione di vera e propria tranquillità è stata raggiunta solo in tempi molti recenti.
Ancora oggi le generazioni più anziane non riescono ad affrontare serenamente la situazione, semplicemente perché l’hanno vissuta, ne hanno sofferto, spesso si sono schierati e la riconciliazione dopo un secolo di tensione non è affatto facile. Riconciliazione, che bella parola, suona di cucitura morbida fatta a regola d’arte: non è instabile, il filo non è tirato, è deciso e sicuro, questo si. Un filo che può chiamarsi fede, un qualcosa di accomunante che parla di amore e apre gli occhi sul futuro, facendo comprendere la cecità del passato. Una cecità che non ha portato a nulla se non tantissimi morti da una parte e dall’altra, un ciclone che ha plagiato le menti e trasformato tanti, troppi, in atroci sanguinari.
Inutile è la giusta parola, ma sono stati tutti esageratamente coinvolti, esageratamente compromessi per trovare un giusto e uno sbagliato, meglio lasciar perdere questi discorsi. Ripartire ricordando è la soluzione, cercando di ricostruire basandosi sulla fiducia reciproca, questo l’obiettivo.
Tenendo come esempio una città di confine magnifica come Trieste, in grado di recuperare da ogni dominazione, ogni conflitto e ogni sacrificio un qualcosa che la rende un luogo condiviso e aperto, come lo sono pochi in Italia. Dando un nuovo significato alle bellezze del Carso, così aguzze e impervie ma non degne di far parte di un brutto ricordo. Vedendo infine il prossimo nell’oltreconfine, per trasformare un filo forte e sicuro in un ponte di fratellanza.
Al viaggio formativo "Oltre i confini" ha preso parte un gruppo  di 30 giovani dai 18 ai 30 anni. Sono  state visitate  Trieste, Lubiana, Aquileia, Grado, Gorizia e il Sacrario Redipuglia.

 

Davide Reggi
parrocchia di Nostra Signora di Lourdes

 

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Pubblicato il 18 maggio 2018

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