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Sono passati ormai 50 anni da quel 14 agosto 1966, quando Luigi Carini giovane di Sariano, parrocchia nel Comune di Gropparello, diventa Don.
“Ricordo l’emozione di quel giorno in Duomo - racconta nel servizio pubblicato sul Bollettino parrocchiale Il Ponte - ; fu una funzione intensa, eravamo dieci ragazzi, oggi siamo vivi solo in cinque”. Una vocazione, quella di don Luigi, che non è arrivata da bambino, ma che è cresciuta nel corso degli anni e che nell’esperienza del Seminario ha trovato il suo compimento.
“Da bambino - spiega - mia madre mi ha insegnato l’importanza di andare in chiesa ogni domenica, di rendere grazie al Signore. Io facevo il chierichetto ed ero bravo ma non pensavo di avere una vocazione particolare. Poi - continua - in Seminario e soprattutto negli anni del diaconato, nonostante la giovane età, ho compreso quale era la mia strada. E oggi siamo qui a un passo dal festeggiare il cinquantesimo anniversario dall’ordinazione. Non credo che farò una grande festa - spiega - ma nei primi giorni di settembre mi piacerebbe celebrare una messa per rendere grazie. Ancora non ho programmato niente, ma insieme ai parrocchiani ci inventeremo qualcosa di significativo”.


Il prete apicoltore

Don Luigi Carini, dopo l’ordinazione ha trascorso alcuni anni come curato a Vigolzone e da parroco a Borgotaro e Castagnola, oggi guida la parrocchia di Carmiano dal 1978; nonostante il desiderio di dedicarsi anche ad altre parrocchie e di fare altro, ha scelto di rimanere nel piccolo borgo della Val Nure.
Don Luigi è conosciuto anche come il prete apicoltore. Una passione, questa, nata per caso, insieme a don Gino Rocca che ha permesso a don Luigi di avvicinarsi meglio alla natura e di costruire un’amicizia profonda con don Gino, che andasse al di là del semplice appoggio tra colleghi.
“Andavamo dai gesuiti - racconta con emozione - dove abbiamo imparato a costruire a mano le casette per le api. Ogni mercoledì lo dedicavamo a fare le arnie e siamo arrivati a possedere fino a duecento sciami. Questa passione mi ha anche permesso di sistemare nel tempo i locali della parrocchia, non mi sono arricchito ma con i pochi soldi che riuscivo a mettere da parte con questa attività, abbiamo sempre fatto piccoli lavoretti per sostenere o migliorare la parrocchia”.


Leggi servizio alla pagina 23 dell’edizione di venerdì 20 maggio 2016

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