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Piacenza adotta
l’ospedale di Lengesim

La diocesi keniana di Ngong lo ha affidato alle Figlie di S. Anna
dopo la partenza di Francesca 
Lipeti per una nuova missione.
Il vicario mons. Illica: lo sosterremo con l’aiuto dei piacentini

33 2015suorPerriKenya

L’ospedale di Lengesim, in Kenya, è stato affidato alle suore Figlie di S. Anna. La struttura missionaria, inaugurata nel 1994 e posta fin verso la fine del 2014 sotto la responsabilità medica della piacentina Francesca Lipeti, è gestito ora dalla congregazione religiosa che sin dagli inizi ha collaborato alla nascita e al funzionamento del dispensario.
Da alcuni mesi, infatti, Francesca Lipeti si è trasferita a Ilbissil, sempre in Kenya, per occuparsi della fondazione di un altro centro di salute per i più poveri, la Yoshua Clinic.
E così il Fatima Health Centre di Lengesim, posto in terra Maasai a circa duecento chilometri dalla capitale Nairobi, è stato affidato dalla Diocesi di Ngong alle Figlie di S. Anna. “Con la promessa - precisa suor Teresa Carella, che fino al 2009 ha operato come caposala e infermiera nel centro medico - di un aiuto della Diocesi di Piacenza-Bobbio”.

33 2015ospedaleLengesimCostruito da mons. Pozzi

Da sei anni, suor Teresa è in India in qualità di responsabile provinciale delle Figlie di S. Anna, ma tuttora si mantiene in contatto con il dispensario di Lengesim, che ha seguito fin dalla sua fondazione.
“Mi sta a cuore - dice la religiosa - sapere come va avanti l’attività di quella struttura, che ormai è diventata una parte di me”. “Se conosci i Maasai - prosegue - non li dimentichi più, è gente cara e affettuosa, che con la sua semplicità sa offrire tanto. L’esperienza a Lengesim mi ha insegnato a vivere e ad amare sempre più i poveri e le persone semplici”.
Il dispensario di Lengesim è stato costruito nei primi anni Novanta da mons. Domenico Pozzi, già parroco di Cortemaggiore, e dalle missionarie Anna Bonadelli e Alma Bisagni, che nel Paese africano avevano fondato una missione a Ongata Rongai, nei pressi di Nairobi.
Lengesim si trova in piena savana, a poca distanza dal monte Kilimanjaro, in una zona abitata da Maasai, popolazione seminomade dedita all’allevamento. “L’ospedale - spiega suor Teresa - è stato inaugurato nel 1994 ed è stato costruito con il finanziamento dell’Agip. Fin dagli inizi, le Figlie di S. Anna, con il consenso del Vescovo di Ngong, sono state chiamate là da don Domenico, che conosceva bene la congregazione. Ed io, grazie alla mia esperienza quindicennale in Etiopia dove mi ero occupata di avviare un analogo centro, ho seguito fin dai primi passi la missione, sorta in una zona molto povera del Kenya”.

Il passaggio di consegne da Francesca Lipeti

“In tutti questi anni - racconta suor Teresa -, Francesca Lipeti si è impegnata tanto, portando avanti l’attività dell’ospedale e realizzando molte iniziative, tra cui un laboratorio di analisi e una sala parto e operatoria per piccoli interventi; ha predisposto anche una radiologia, che però, non funziona ancora completamente per problemi di elettricità. È stata attivata poi l’iniziativa delle cliniche mobili, con cui vengono seguiti oggi sei villaggi, dove ci si reca con un’ambulanza e si fa assistenza ai bambini, alle donne in gravidanza e ai malati che non possono raggiungere l’ospedale. Vengono portati avanti anche programmi di vaccinazioni, promozione dell’igiene e prevenzione delle malattie. Nel dispensario ci sono inoltre venti posti letto per la degenza dei malati più gravi”.
“L’ospedale - continua la suora - è nelle mani della Diocesi di Ngong, la quale tuttavia non può assumersene la responsabilità finanziaria, perché è molto povera. La Diocesi ha consentito allora a consegnarlo alle Figlie di S. Anna, che ne hanno preso la responsabilità, ma con la promessa e la speranza dell’aiuto della diocesi di Piacenza-Bobbio, tramite il Centro missionario, che ha sempre sostenuto questa realtà. Le persone che si rivolgono al dispensario, infatti, sono poverissime e non riescono a pagare tutte le cure, per cui, senza un aiuto esterno, l’ospedale sarebbe costretto a chiudere”.
“Grazie a Piacenza”
“Attualmente - spiega ancora suor Teresa -, responsabile del dispensario è una suora della nostra congregazione. Un’altra nostra suora si occupa dell’amministrazione ed è anche farmacista. Entrambe sono kenyane. Ci sono poi tre infermiere laiche, un tecnico di laboratorio e un custode, tutte persone locali. Tre Maasai aiutano nelle pulizie generali. Al momento, non c’è un medico. Per noi Francesca era una salvezza, un punto di riferimento forte, e sarebbe bello avere ancora un dottore nella struttura. La presenza di un medico, anche solo periodica, aiuterebbe infatti moltissimo”.
“In futuro - prosegue - credo che questo centro potrebbe svilupparsi ancora di più. Se si pensa, infatti, che la popolazione della zona deve percorrere almeno novanta chilometri a piedi per arrivare al primo ospedale, si capisce l’importanza di questa realtà per garantire assistenza sanitaria. C’è però bisogno di un aiuto finanziario, perché i malati non riescono a pagare tutte le cure e a coprirne i costi. E Piacenza è sempre stata un sostegno forte per Lengesim”. “Mi preme infatti - conclude la religiosa - esprimere la profonda gratitudine che sento nel cuore per l’impegno che in tutti questi anni i Piacentini hanno offerto a favore dei meno privilegiati del Kenya. Il Signore li benedica e conceda loro ogni bene”.

Gli aiuti attraverso il Centro missionario

“Pochi anni fa - spiega a sua volta il vicario generale della diocesi, mons. Giuseppe Illica - la diocesi di Ngong ha incamerato queste opere e ne è diventata la diretta responsabile. Nel frattempo, Francesca Lipeti ha maturato l’idea di staccarsi da quest’opera per iniziare una nuova avventura. Così, il Vescovo di Ngong ha chiesto alle Suore di S. Anna di farsi carico a Lengesim anche dell’ospedale, oltre alla scuola materna. L’alternativa sarebbe la chiusura di questo prezioso santuario della salute”.
“Ci è sembrato - prosegue il Vicario - che la Provvidenza bussasse alla nostra porta. Le Figlie di S. Anna accettano di continuare l’opera di Francesca, ma non hanno le forze economiche per sostenere la parte che non è coperta dal contributo degli utenti. La nostra diocesi sente come una chiamata importante quella di sostenere quest’opera, così intrecciata con Piacenza. Verrà fatta una convenzione triennale con le Figlie di S. Anna, con la quale ci impegneremo a coprire la metà delle spese di funzionamento dell’ospedale, circa 15mila euro”.
Chi vuole contribuire, può rivolgersi al Centro missionario diocesano (via Vescovado 5, Piacenza - tel. 0523.308324), destinando espressamente la propria offerta (deducibile) a tale finalità, tramite bonifico bancario intestato all’associazione “Aggiungi un posto a tavola” onlus (Iban IT76F 07601 12600 000065 022345), oppure assegno bancario intestato alla stessa associazione.

Laura Dotti

Articolo pubblicato sull'edizione di venerdì 25 settembre 2015

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