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misteriCattedrale

Ci si chiede spesso se vale la pena scommettere sulla cultura per valorizzare una città. Piacenza ha risposto affermativamente, stando alle ultime scelte, scegliendo come come propria roccaforte la Cattedrale. Dopo il Guercino, che ha registrato più di 100 mila presenze lo scorso anno con un grande successo di pubblico e critica, ora un nuovo progetto è pronto per vedere la luce. “I misteri della Cattedrale – Meraviglie del labirinto del sapere” è la mostra che dal 7 aprile al 7 luglio permetterà di riscoprire alcuni dei più importanti codici miniati medievali appartenenti al patrimonio archivistico piacentino.

L’iniziativa è stata presentata il 16 gennaio nella sala degli affreschi del Palazzo Vescovile grazie agli interventi del sindaco Patrizia Barbieri, del presidente della Fondazione Piacenza e Vigevano Massimo Toscani, di Paola Gazzolo, assessore alla difesa del suolo e della costa della Regione Emilia Romagna, di Manuel Ferrari, direttore dell'Ufficio Beni Culturali della diocesi e del vescovo mons. Gianni Ambrosio, il quale ha sottolineato come nel nostro Duomo “ci sia sempre qualcosa da scoprire; vi sono misteri che meritano di essere portati alla luce perché orientamento per il nostro presente e futuro.L'esperienza della bellezza, manifestata dalle grandi espressioni dell'arte cristiana, in particolare quella romanica dell'edificio e quella rinascimentale di tante opere che decorano l'edificio, costituiscono un immenso patrimonio di fede e di tradizione, importante per giungere all'incontro con Dio”. Il Vescovo ha espresso apprezzamento nel vedere Piacenza tra le dieci candidate ad essere Capitale italiana della cultura 2020. “La concorrenza è agguerrita, ma sono sicuro che se giochiamo di squadra come stiamo facendo possiamo competere con tutte le città”.

L'obiettivo di generare ulteriore cultura è tra i cardini del mandato del sindaco Patrizia Barbieri. “Piacenza espresse potenzialità di grande rilievo durante il Medioevo, in un'epoca in cui la Chiesa piacentina, di cui il Duomo è il fulcro, si fece interprete del ruolo di comunità cittadina nella società di quel tempo lontano. Avere l'opportunità di vedere riuniti in un'unica mostra alcuni tra i documenti più significativi di quel periodo è una cosa straordinaria. Si potrà comprendere come Piacenza sia stata un importante centro di promozione culturale e di divulgazione del sapere. Nel Medioevo, infatti, oltre ad aver coniato una propria moneta, la città era anche sede di una prestigiosa Università”.

Oltre a questo progetto il Comune sarà tra gli organizzatori della Salita al Pordenone in Santa Maria di Campagna, da marzo, evento promosso dalla Banca di Piacenza. Segno che si sta respirando “aria nuova”, come ha sottolineato il presidente della Fondazione Massimo Toscani. “C'è entusiasmo verso la cultura, speriamo sia contagioso. Il sapere è sempre inafferrabile, è una modalità, una tensione continua verso un futuro migliore, ma si deve far fatica”. “Questa iniziativa è tutto fuorché destinata ad un pubblico di bibliofili – ha continuato – e vuole riflettere sulla comunicazione e sulla trasmissione del sapere arrivato fino a noi attraverso un tortuoso percorso che dal lavoro degli amanuensi è passato attraverso l'innovazione della stampa a caratteri mobili, fino a giungere oggi alla rivoluzione digitale di internet”.

“I Misteri della Cattedrale” ha conquistato anche la Regione Emilia Romagna, che sosterrà economicamente il progetto. “Il presidente Bonaccini e la Giunta Regionale – ha evidenziato Paola Gazzolo – hanno scelto con convinzione di stare al fianco della Diocesi e della Fondazione Piacenza e Vigevano, in prima linea nella promozione e nella valorizzazione del nostro patrimonio storico, artistico ed architettonico con iniziative lungimiranti e di grande richiamo come sarà anche quella della prossima primavera. Una proposta importante per il 2018, che l'Europa ha deciso di dedicare al patrimonio culturale. Crediamo fermamente nel ruolo della cultura, per questo l'obiettivo di mandato è di triplicare i fondi per sostenerla, li abbiamo già raddoppiati in tre anni. È il tratto distintivo della nostra identità, parla di noi e della nostra terra. È una leva importante per il turismo, e quindi per il lavoro. Puntiamo a una crescita sostenibile imperniata sulla cultura”.

Emanuele Maffi

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Pubblicato il 17/1/2018

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