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Guarire dalla ferita dell’aborto

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“Dopo l’esperienza dell’aborto volontario... cercate ancora la pace anche anni dopo? Non siete sole”: è l’invito del prossimo weekend della “Vigna di Rachele”, che si svolgerà a Bologna dal 24 al 26 febbraio 2017.

“La Vigna di Rachele” è una realtà che affonda le radici nella Chiesa cattolica statunitense e che è stata importata nel 2006 in Italia da Monika Rodman Montanaro.
Per 12 anni ad Oakland, in California, ha diretto il programma diocesano per promuovere il rispetto della vita e coordinato il programma di cura pastorale dopo l’aborto sostenuto dalla diocesi.
Oggi insieme al marito Domenico, alla psicologa Valeria D’Antonio, a varie ex-partecipanti al ritiro e ad alcuni sacerdoti - con l’appoggio della curia bolognese - porta avanti l’esperienza dei “ritiri” rivolti a donne sole o in coppia che si trovano a fare i conti con la sindrome traumatica da post aborto. Un disturbo riconosciuto dal Manuale diagnostico ma di cui, anche nel mondo medico, ancora si parla troppo poco.

“Sono tre giorni intensi, in cui i conduttori del gruppo si servono della tecnica della «Scrittura vivente»: attraverso alcuni passi del Vangelo si rivive l’esperienza, per ripartire”, spiega Sonia Boledi, ostetrica di professione e volontaria dell’associazione “Le Querce di Mamre” che ha partecipato come osservatrice esterna ad uno dei week end di guarigione interiore proposti dalla “Vigna di Rachele”.
Durante il ritiro “ogni gesto, ogni momento, è curato nei minimi dettagli - prosegue Sonia -. Anche la sistemazione delle stanze esprime accoglienza, attenzione alla persona”.

Per iscrizioni e informazioni è possibile scrivere a o telefonare al numero 099.7724.518 (sede nazionale).
Il sito internet de “La Vigna di Rachele” è visitabile all’indirizzo http://www.vignadirachele.org/index.html.

Un servizio sul dramma dell’aborto è stato pubblicato alle pagine 14 e 15 dell’edizione di giovedì 15 dicembre 2016

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