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Il martire don Borea

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Con l’edizione di giovedì 20 aprile viene inviata ai nostri abbonati la pubblicazione della collana “Il centuplo quaggiù e l’eternità” dedicata a don Giuseppe Borea, parroco di Obolo e cappellano dei partigiani fucilato a Piacenza dai nazifascisti nel 1945.

Il libretto è scritto da Lucia Romiti, già autrice per la stessa collana delle biografie di don Luigi Bergamaschi, mons. Antonio Lanfranchi, Felice Fortunato Ziliani, Francesca Conti, Giovanni Spezia e Carmen Cammi.
La pubblicazione verrà presentata a Piacenza il 27 aprile alle ore 17 nel salone della parrocchia di San Pietro nell'ambito delle manifestazioni per il 72° anniversario della Liberazione.

Don Giuseppe Borea era nato a Piacenza il 4 luglio 1910. Sacerdote, era diventato parroco di Obolo, frazione di Gropparello, a ventisei anni.
Nel tempo della Resistenza al regime nazi-fascista, sceglie di essere cappellano partigiano della Divisione Valdarda e si distingue per la sua umanità e il suo coraggio.
Sempre pronto a portare la parola della misericordia sul fronte della guerra civile, viene arrestato nella sua canonica da militi della Guardia nazionale della Repubblica di Salò e sottoposto a un processo sommario la cui sentenza di condanna a morte era già scritta da tempo.
Muore, sotto i colpi del plotone di esecuzione, il 9 febbraio 1945, stringendo al petto il crocifisso e chiedendo perdono per i suoi carnefici. Non aveva ancora compiuto trentacinque anni.

Leggi l'articolo a pag. 11 dell'edizione di giovedì 20 aprile 2017

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