Madre Barbara Staley guida la Congregazione fondata da S. Francesca Cabrini

“A Chicago un giorno sono capitata su un taxi guidato da un uomo che aveva un lieve accento straniero. Mi ha detto di essere armeno: era nell’esercito russo, al confine con la Turchia, e aveva disertato. Dopo due anni in un campo profughi era riuscito ad arrivare negli Stati Uniti. «Ci dev’essere voluto del coraggio», ho commentato. E lui: «No, nessun coraggio. È che la mia vita non sarebbe potuta essere peggiore»”.
Madre Barbara Staley da tre anni guida la Congregazione delle Missionarie del Sacro Cuore di Gesù fondata da santa Francesca Saverio Cabrini, di cui quest’anno ricorre il centenario dalla morte.

“L’immagine del Sacro Cuore cosa rappresenta? L’amore di Dio incarnato – rilancia madre Staley, che abbiamo incontrato nella casa di Codogno delle Cabriniane in occasione di una sua recente visita -. Noi come missionarie abbiamo l’obbligo assoluto di essere portatrici dell’amore di Dio nel mondo. Madre Cabrini era un’insegnante, guardava a don Bosco e all’educazione del cuore. Voleva che gli italiani emigrati fossero bravi cittadini, per aiutare la loro integrazione. Non è diverso da quanto ci sforziamo di fare, ad esempio, nel rifugio per richiedenti asilo in Sicilia”.

In occasione dell’anno centenario, le Missionarie hanno voluto ristampare, nella collana “I santi in tasca” e con una edizione arricchita di scritti di Madre Cabrini, il libretto dedicato alla loro fondatrice.

Leggi l’intervista a pagina 6 dell’edizione di giovedì 8 giugno 2017