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«Giovani, tirate fuori le unghie»

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“C’è più cura che educazione. Occorre invece aiutare i figli a costruirsi come persone libere, con una direzione nella loro vita”.
Così Franco Garelli, affermato sociologo ed esperto di giovani sembra “scuotere” i tanti genitori che puntano a crescere i figli attrezzati con mille abilità artistico-sportive ma poche valoriali.

Garelli sabato 25 novembre interverrà al convegno “Generazione 2.0”, organizzato, presso l’aula Magna dell’Istituto Mattei di Fiorenzuola, dall’associazione Bioetica e persona in collaborazione con la Fondazione Verani-Lucca, Anep e l’oratorio San Fiorenzo.
Si inizia alle ore 9. Per parlare di giovani, questione educative ma soprattutto di relazioni.

— Prof. Garelli sabato parlerà di giovani. #benemanonbenissimo, è il sottotitolo del convegno: non è un po’ come partire con la retromarcia inserita?
No, è un bell’hashtag, c’è uno sguardo positivo dentro. Non è che però si possa andare avanti a vele spiegate, i punti di tensione ci sono. I giovani hanno tante potenzialità, a differenza delle tante etichette a loro attribuite: nichilisti, menefreghisti, sdraiati...
I giovani hanno dei valori, sono una grande ricchezza e lo sanno. Il più delle volte però sono una risorsa a livello potenziale, sono chiusi nelle loro ricerche di affermazione personale e rischiano così di non vivere pienamente la partecipazione nella società. Sono una risorsa ma devono imparare a valorizzarsi, a tirar fuori le unghie.
Non dobbiamo dimenticare però che non è così per tutti: c’è una quota di loro che vive un disagio profondo, in questo caso la società deve farsi carico di loro, creare le condizioni per accompagnarli.

Leggi l'articolo a pagina 24 dell’edizione di giovedì 23 novembre 2017

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