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In preghiera per Congo e Sud Sudan

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Papa Francesco ha invitato la Chiesa di tutto il mondo a una giornata di preghiera e digiuno per la pace nella Repubblica Democratica del Congo e in Sud Sudan. La giornata indicata è quella di venerdì 23 febbraio.

Nella nostra diocesi prestano servizio otto i sacerdoti originari del Congo: don Marcel Walter Kanda Wa Kanda, amministratore a Momeliano e Rezzanello, don François Kitenge Owandji, amministratore parrocchiale a Zerbio, don Jean de Dieu Ilunga Mbayo, amministratore di Muradolo, don Jean Laurent Konango, amministratore di Morfasso, don Alphonse Lukoki Fulumpinga, parroco di Vernasca, don Theodore Mulenga Mulenga, amministratore parrocchiale di Polignano e San Pietro in Cerro, don Alphonse Ndiata Kalala, vicario parrocchiale di San Giuseppe Operaio (Piacenza) e padre Athanase Nsiamina Masengi, della Congregazione del Santissimo Redentore, cappellano del presidio ospedaliero di Bobbio e amministratore parrocchiale di Coli.

“La stragrande maggioranza del nostro popolo vive nella miseria - spiega don François Kitenge Owandji -; nei villaggi del Congo profondo non sanno neanche cosa sia la corrente elettrica, non hanno acqua corrente”. “Le persone veramente ricche sono pochissime - prosegue - e sembrano vivere come stranieri nel loro Paese. Mandano i loro figli a studiare in scuole private europee e americane di alta qualità o addirittura in Europa e America. Non sanno niente della grande miseria del popolo”.

Le elezioni promesse dal presidente Joseph Kabila entro il dicembre scorso non si sono svolte e diverse manifestazioni pacifiche indette per chiedere il rispetto degli accordi sono state represse nel sangue. Il Presidente congolese - spiega il missionario comboniano padre Eliseo Tacchella all’Agenzia Sir - si è accaparrato il favore degli stranieri, soprattutto delle grandi multinazionali, dando loro terre e petrolio (il Congo è un Paese ricco di risorse minerarie, ndr); in cambio, queste vogliono tenerlo al potere per poter sfruttare la nazione.

Papa Francesco è intervenuto a più riprese; l’ultima volta all’Angelus del 4 febbraio: “dinanzi al tragico protrarsi di situazioni di conflitto in diverse parti del mondo, invito tutti i fedeli ad una speciale Giornata di preghiera e digiuno per la pace il 23 febbraio prossimo, venerdì della prima settimana di Quaresima. La offriremo in particolare per le popolazioni della Repubblica Democratica del Congo e del Sud Sudan”.
Il Papa invita tutti a fermarsi: occorre che “davanti a Dio ci domandiamo: «Che cosa posso fare io per la pace?». Sicuramente possiamo pregare; ma non solo: ognuno può dire concretamente «no» alla violenza per quanto dipende da lui o da lei. Perché le vittorie ottenute con la violenza sono false vittorie; mentre lavorare per la pace fa bene a tutti!”.

Ma qual è il ruolo dei cattolici in Congo?
“I cattolici hanno acquisito nuova consapevolezza del loro ruolo e si sono organizzati nel Comitato di coordinamento dei laici - spiega don Theodore Mulenga Mulenga -. Con le corone del rosario e la Bibbia in mano escono dalle chiese a chiedere che gli accordi siano rispettati. In risposta le forze di polizia circondano le chiese per impedire alle persone di uscire. A volte fanno anche irruzione sparando lacrimogeni e sequestrando i sacerdoti. Ci sono stati morti e molti feriti”. “Siamo dentro un conflitto che potrebbe allargarsi iniziando una guerra pericolosa per tutti - commenta don Marcel Walter Kanda Wa Kanda -. Le guerre si sa come iniziano ma non si sa come finiscono”.

“Abbiamo bisogno che i cristiani del mondo ci accompagnino in questo combattimento di amore e senza violenza nel nome della dignità umana - conclude don Kitenge Owandji -. Necessitiamo delle vostre preghiere perché è lo Spirito Santo che conduce la storia degli uomini".

Pubblicato il 16/2/2018

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