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Una "Casa di vita"

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L’appello dell’associazione Oltre l’autismo

Il terreno c’è già, nel quartiere San Lazzaro, donato dall’Opera Pia Alberoni. L’idea in testa pure: costruire una “casa di vita” dove i ragazzi autistici possano acquisire - dentro un percorso progressivo ed accompagnati da educatori qualificati - il grado di autonomia alla portata di ciascuno di loro, interagendo con il territorio e usufruendo di concrete opportunità di spendere i propri talenti nel tempo libero come sul lavoro.

Maria Grazia Ballerini, presidente dell’associazione “Oltre l’autismo”, non ha paura di progettare in grande. Come lei, gli altri genitori che formano l’associazione - e come del resto qualsiasi genitore di questo mondo - hanno il desiderio che i loro figli possano sentirsi realizzati. Ma, per chi nasce con autismo - e i dati, solo per Piacenza e provincia, parlano di 198 casi sotto i 18 anni - la strada è tutta in salita. Più i ragazzi crescono, più mancano di occasioni per socializzare e per formarsi. Finiscono spesso a rintanarsi dentro casa, nel loro mondo, e regrediscono: l’orizzonte è incerto, l’ansia cresce, i “comportamenti problema” con cui manifestano la loro frustrazione si accentuano.

Con le tante iniziative promosse dall’associazione nella sede di via Nasalli Rocca i progressi sono visibili. Se ci fosse più continuità si aprirebbero ulteriori prospettive. Ecco allora il desiderio di creare una “casa di vita” - la chiama proprio così Maria Grazia Ballerini - che superi la logica del centro diurno per diventare piuttosto, sin dall’età delle Superiori, il luogo dove i ragazzi possano essere accompagnati in un progetto personalizzato, per conquistare nuove autonomie e consolidare quelle che già hanno, oltre a creare sbocchi lavorativi. “I nostri ragazzi da soli non ce la fanno: avranno il futuro che noi, cittadini, sapremo costruire per loro”.

Leggi l’articolo a pagina 4 dell’edizione di venerdì 16 aprile

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