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La festa dei giornalisti

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In programma venerdì 29. L'analisi del prof. Ruben Ruzzante, tra i relatori

Giornalisti dell’Emilia Romagna a Piacenza venerdì 29 gennaio al centro “Il Samaritano” in via Giordani 12 in occasione del patrono San Francesco di Sales, la cui memoria liturgica ricorreva il 24 gennaio. Il tema - “La comunicazione come dialogo e comprensione reciproca” - si rifà al messaggio di papa Francesco per la Giornata mondiale della comunicazione 2016, in programma l’8 maggio. Alle ore 16 “Il potere della parola: deontologia e comunicazione”: interviene il prof. Ruben Razzante, docente di diritto dell’informazione all’Università Cattolica di Milano e alla Lumsa di Roma e di deontologia giornalistica alla Pontificia Università Lateranense e alla Pontificia Università della Santa Croce. Alle ore 17 Stefano Trasatti, cofondatore e direttore dell’Agenzia “Redattore Sociale”, approfondirà il tema: “Il giornalismo sociale per una cultura nuova”.

Alle ore 18 “Comunicazione e misericordia, un incontro fecondo. Le parole di papa Francesco per la Giornata mondiale della comunicazione”: intervento del vescovo mons. Gianni Ambrosio, anch’egli giornalista.

Tra i relatori Ruben Ruzzante

Parlerà di comunicazione e deontologia il professor Ruben Razzante alla Festa regionale dei giornalisti in programma a Piacenza il 29 gennaio.

Docente di Diritto dell’informazione all’Università Cattolica di Milano e alla Lumsa di Roma e di Deontologia giornalistica all’Università Pontificia Lateranense e alla Pontificia Università della Santa Croce, Razzante è autore di numerose pubblicazioni, tra cui un “Manuale di diritto dell’informazione e della comunicazione” (Cedam, 2013 - sesta edizione) e il volume “Informazione: istruzioni per l’uso. Notizie, rete e tutela della persona” (Cedam, 2014).

— Professor Razzante, quali sono i requisiti più importanti che un giornalista deve rispettare per fare un’informazione di qualità?

Il giornalista che punta a fare un’informazione di qualità deve mettere al centro del suo lavoro i diritti del destinatario dei suoi resoconti giornalistici e quelli dei protagonisti delle notizie. Solo dando priorità a questi princìpi, il cronista può essere corretto e rispettare i princìpi deontologici che governano l’esercizio del diritto di cronaca.

Ultimamente si ha la percezione di una sostanziale irrilevanza di questi princìpi, quasi che il giornalismo possa farne a meno. C’è la corsa a chi urla di più, a chi sposta più in alto l’asticella del voyeurismo e della maldicenza, legittimando condotte davvero sgradevoli e non professionali. Stiamo assistendo a un imbarbarimento progressivo di certa informazione, che dà per scontati i fatti e si concentra su interpretazioni capziose, faziose e degradanti.

Leggi articolo alla pagina 7 dell’edizione di venerdì 29 gennaio 2016

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