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L'omelia di mons. Mazza al Giubileo della Famiglia e dello Sport

Piacenza, 17 settembre 2016
Domenica XXV T. O.
[Am 8, 4-7; Sal 112; 1 Tm 2, 1-8; Lc 16, 1-13]

“Grande festa della Famiglia”
GIUBILEO DELLA FAMIGLIA E DELLO SPORT

Mi è caro ricordare il vostro amato Vescovo Gianni, impegnato in una missione all’estero per offrire il suo contributo alla costruzione di un’autentica coscienza cristiana in Europa. Preghiamo perché lo Spirito sia nel suo cuore e sulle sue labbra in modo che la sua parola sia forte e coraggiosa, la sua presenza sia testimonianza di fede e di pace.
Ringrazio i responsabili (Forum della Associazioni familiari; Diocesi; Settimanale Diocesano “Nuovo Giornale”; CONI-CSI, Comitato Paraolimpico, Panathlon)di questa “Grande Festa della Famiglia” che hanno insistito perché accogliessi l’invito a presiedere l’Eucaristia nella vostra Cattedrale al termine di queste giornate di festa dedicate ala “Famiglia e allo Sport”: un’occasione particolare per lodare il Signore per il dono della famiglia e per il dono dello sport.


Una “Grande Festa”

Stiamo vivendo una festa particolare – il Giubileo della Famiglia e dello Sport – che richiama un fecondo e singolare incontro tra famiglia e sport. Sono ambiti della vita umana che sembrano tanto distanti quanto di fatto invece sono vicini. In realtà famiglia e sport sono in relazione esistenziale e il loro intreccio è del tutto idoneo a corrispondere alle attese dello sviluppo integrale della persona, in un contesto di serenità e di convivialità, di valori spirituali condivisi e scambiati, soprattutto se vissuti nello spirito giubilare.
D’altra parte la festa costituisce un tempo di gioia comune, come rivela il termine “giubileo” che significa giubilo, esultanza, gioia esplosiva per la misericordia di Dio. Nel vivere la gioia giubilare si esperimenta un’effettiva appartenenza all’universo simbolico della fede, si testimonia una preziosa comunione di valori, si costruisce una consapevolezza spirituale rispetto a un destino che unisce tutti.
E ciò avviene in un dinamismo di relazioni e di sguardi, teso a consolidare amicizie e convinzioni profonde, in un rincorrersi di gesti di fraternità e di perdono che ben si addicono alla compagine familiare e all’attività sportiva quando tendono al fine dell’armonia e della pace.
Nella festa siamo tutti chiamati in causa da un esigente desiderio di condivisione, che mira a sciogliere i vincoli delle differenze e soprattutto le barriere della diffidenza e della contrapposizione. In realtà la festa della famiglia e dello sport crea l’energia vitale che contagia e che si dilata al fine di allargare le condizioni per una vita buona, ispirata da principi e valori di qualità.
C’è da sottolineare che questa festa è denominata una “grande festa”. Quell’aggettivo “grande” rivela un coinvolgimento di realtà, di soggetti, di associazioni che concorrono insieme ad ampliare gli orizzonti di partecipazione. Ciò significa una particolarità elettiva che si rivela in relazione alle forme, alla qualità dei gesti, al numero dei protagonisti, alle persone coinvolte, ma soprattutto alle motivazioni dell’esserci in mezzo alla festa.
Si tratta della festa della famiglia. Essa intende abbracciare con simpatia la città e il territorio diocesano, invitando a prendere coscienza di un forte messaggio di solidarietà e di fraternità che si concretizza e si esplicita nel tema posto come indicatore della stessa festa: “Famiglia, luogo di misericordia”.

La famiglia al centro

La festa è dunque per la famiglia che intende celebrare la misericordia di Dio. Il radunarsi festoso attorno alla famiglia e con le famiglie suppone e indica una presa di coscienza sulla condizione in cui oggi si trova a vivere la famiglia. Anzitutto in se stessa, cioè nella sua identità, natura, evoluzione, vocazione e missione; e poi in rapporto alla società, alle culture contemporanee che non promuovono la vera famiglia.
Papa Francesco recentemente ci ha donato un’Esortazione Apostolica, del tutto dedicata alla famiglia, dal titolo seducente di “Amoris laetitia”. In realtà è come una “carezza” papale per incoraggiare la famiglia a riprendersi tutta intera la sua “bellezza” originaria, secondo il disegno primordiale di Dio creatore, vincendo con la grazia di Dio le proprie debolezze.
Non v’è dubbio che la sua intima bellezza, la sua ineffabile dimensione di mistero, la sua stessa drammatica fragilità sta nell’evento dell’amore e nella potenza del generare la vita. Nella famiglia si condensano dunque energie così forti e complesse da incutere un certo sacro timore per la loro valenza che supera la stessa umana comprensione.
Per questo la famiglia oggi è sottoposta ad un attacco senza precedenti, proprio in virtù della sua decisiva vocazione alla vita e al suo radicale riferimento al Dio amore e creatore. La famiglia in virtù della sua origine, costituzione e finalità, viene ad essere al centro di interessi contrastanti e affrontata da ideologie che tendono a minare la sua stessa esistenza.
Di qui siamo chiamati a riflettere, con sapienza e pacatezza, sulla essenziale integrità spirituale della famiglia, sulla sua funzione sociale, sulla sua capacità di trasmettere i valori portanti della convivenza, sulla sua inalienabile centralità rispetto all’armonica costruzione della società e della stessa Chiesa.


Famiglia e misericordia

Ma altresì siamo chiamati nel tempo del Giubileo Straordinario della misericordia non solo a comprendere le ferite e le difficoltà insorgenti nella famiglia, ma altresì a portare un contributo di amore, di solidarietà e di misericordia, a sostenere ogni possibilità di accompagnamento, ogni opportunità di ritrovarsi in umiltà a percorrere le vie del perdono per “salvare” la sua stessa consistenza.
Papa Francesco, a contestualizzare la condizione della famiglia nell’Anno Giubilare della Misericordia, ne delinea le ragioni con semplicità e chiarezza:
“In primo luogo, perché la intendo come una proposta per le famiglie cristiane, che le stimoli a stimare i doni del matrimonio e della famiglia, e a mantenere un amore forte e pieno di valori quali la generosità, l’impegno, la fedeltà e la pazienza. In secondo luogo, perché si propone di incoraggiare tutti ad essere segni di misericordia e di vicinanza lì dove la vita familiare non si realizza perfettamente o non si svolge con pace e gioia” (AL 5).
Le due motivazioni addotte sospingono da una parte a stimare e gustare la bellezza della famiglia nella coltivazione dei suoi valori più intimi; dall’altra a svegliare la pietà, la compassione, la misericordia verso le famiglie più bisognose di affetto per le ferite subite o inferte. Qui la misericordia di Dio è creativa di un “essere” nuovo della famiglia, del suo stesso fondamento.


Famiglia e Sport

Nella festa che stiamo vivendo con passione e allegria, lo Sport è stato adottato come significativo strumento a sostegno della famiglia, quasi ad esprimere la sua natura più autentica di esperienza di vita e di gioia di vivere attraverso il corpo, posto ad essere funzione e strumento sensibile nella prospettiva di integrare valori e relazioni personali e famigliari. E’ accogliendo il corpo nella sua essenziale mediazione tra anima e spirito, che lo sport può essere via di riconciliazione e di unità.
Lo sport infatti valorizza le più belle qualità della persona umana perché nel suo gesto viene chiamata in causa la capacità di far interagire insieme intelligenza, volontà, emozioni, sentimenti, competitività, rischio, senso del limite: cioè quelle fondamentali componenti della complessa realtà della persona. In tal senso la famiglia ama lo sport e lo sport ama la famiglia.
Ora la famiglia può trarre dallo sport la via favorevole per ritrovare la gioia di vivere in un modo aperto e libero, capace di ripartenza e di novità. Inoltre lo sport può diventare un un’efficace opportunità per educare i ragazzi a raggiungere obiettivi di qualità, a graduare la disciplina di sé, a superare timidezze, a tessere relazioni. Come lo sport ha le sue “regole” per riuscire, così la famiglia: senza una vita eticamente ispirata, la famiglia cade in una palude.


Conclusione

Facciamo festa con grande investimento di passione, di spirito di aggregazione, di sentimenti di comunione per ridare alla famiglia lo spazio di ripresa, di nuova consapevolezza, di letizia, rafforzando legami di solidarietà e di fraternità. Il Giubileo ripropone la misericordia come nuova condizione di vita, come perdono e grazia, come amore oltre ogni resistenza del male.

† Carlo Mazza
Vescovo di Fidenza

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