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Quando arte e diritto si uniscono

maffi

In due mondi apparentemente distanti come possono esserlo l'arte e la giurisprudenza possono convergere analogie, come è il caso delle miniature, che raffiguravano in modo semplice le norme che avevano valenza giuridica. La mostra “Da Jus E(s)t Ars a Custos” è questo e molto altro, come hanno spiegato   in Cattolica il prof. Chizzoniti, docente di diritto ecclesiastico presso la stessa Università, il vescovo Gianni Ambrosio, Cecilia de Carli, docente di Scienze della Formazione all’Università Cattolica di Milano, don Roberto Maier, docente di Teologia presso l’Università di via Emilia Parmense e il sindaco di Piacenza Patrizia Barbieri.
“Possiamo declinare il senso dell’arte dall’analogico al digitale – ha sottolineato Chizzoniti -, ponendo come base dell’analisi 3 parole fondamentali: parole, contesto, senso. C’è qualcosa di più della tensione a contenuti etici. Piacenza è un luogo pieno di ricchezze non solo a livello locale o nazionale, ma internazionale”. Soffermandosi poi sull’opera “Poetario Blu” di Giorgio Milani e poi sul “Concerto muto” di Laura Pitscheider ha sottolineato come sia possibile “creare un percorso identitario per chi si avvia all’arte del diritto attraverso espressioni artistiche che mettono in comunicazione piani disallineati, che possa mostrare anche un’analisi spaziale. Un itinerario di nove tappe dedicato a chi, come gli studenti dell’Università, si accosta alla Giurisprudenza”.
Un legame, quello tra gli studenti, l’Università e il territorio rimarcato anche nelle parole del sindaco Barbieri. “Chi frequenta i locali dell’Università come studente può trarre grandi spunti. Noi abbiamo la fortuna di avere un vescovo che ha concesso grandi doni alla città di Piacenza (come il Guercino e la mostra sui Misteri della Cattedrale), e l’Università Cattolica organizzando questi eventi lega ancora di più il proprio nome accademico al territorio. È una realtà, quella universitaria che prometto di sostenere sempre più in futuro”.
La mostra “Ius e(s)t Ars. Un itinerario tra arte e diritto” allestita in Università Cattolica raccoglie numerose opere di artisti contemporanei, tra maestri affermati (Giovanni Campus, Giorgio Milani, Osvaldo e Valdi Spagnulo, Laura Pitscheider, Elena Pugliese) e giovani emergenti (Benito Ligotti, Elena Canavese).
Il vescovo Gianni Ambrosio ha evidenziato come “il diritto ha la missione di rendere la vita disponibile per tutti, perché la vita diventi godibile per tutti. Una certa forma è necessaria per essere apprezzata. L’arte aiuta il diritto, che da solo è inadeguato a descrivere il mistero della vita, in cui convergono sentimenti che non possono essere accolti in uno spazio giuridico”. “C’è un forte bisogno di tramandare – ha proseguito -, perché non venga meno ciò che è stato. Ho avuto il piacere di comprendere questo fatto nel pellegrinaggio fatto recentemente in Armenia, dove la lingua è tramandata e custodita con cura”.
Cecilia de Carli ha sottolineato l’importanza di collocare la mostra in un luogo “vissuto”. “Questo tipo di consapevolezza credo possa essere una pista importante da seguire. La contemporaneità ci porta ad essere in difficoltà, senza riferimenti precisi. Le norme ci aiutano, regolano il passato, il presente ed il futuro”.
Maier ha improntato la sua analisi sulle opere: “Che cosa rimane per giudicare un’opera? La nobiltà del gesto, la sua semplicità e la precisione. Nobiltà che può essere declinata in tecnica e capacità narrativa. Nella costruzione di questo percorso è stato creato un tessuto artistico tra varie realtà che è stato molto bello, ci siamo appassionati molto”. 
In conclusione di convegno, i presenti si sono recati alla visita di “Custos” all’interno della Cattedrale di Piacenza. Manuel Ferrari ha illustrato i codici presenti assiem a Carlo Francou.

                                                                                                         Emanuele Maffi

Pubblicato il 20 giugno 2018

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