Giubileo 2025.Il documentario Rai sul monastero di San Raimondo
Il documentario Rai, girato nel monastero benedettino di San Raimondo a Piacenza per il Giubileo 2025, racconta la vita delle 17 suore di clausura, alcune giovanissime, che vivono in questo luogo.
Il video, realizzato dalla giornalista Costanza Miriano, racconta la vita delle monache che si svegliano per pregare mentre la città dorme. La presenza delle suore, sul corso Vittorio Emanuele, permette a chiunque di accedere alla loro preghiera e ricevere conforto e sostegno.
Tese ad ogni persona
“Vivono in clausura nel cuore di Piacenza - dice nel video la giornalista - per essere le mani di Cristo tese a ogni persona. Nel monastero benedettino di San Raimondo si alzano alle 4:30, quando la Chiesa apre è ancora buio, ma c'è ogni mattina qualcuno che entra, abitante o forestiero, è pur sempre un pellegrino. Arriva in sella alla sua bicicletta, il primo ad entrare per una preghiera è una guardia giurata che sta per iniziare il proprio turno di lavoro…”.
Il deserto della città
“I primi monaci - afferma la badessa, Madre Emmanuel Corradini - fuggivano dalla città e andavano nel deserto e le persone, quando avevano bisogno, andavano da loro per ricevere una parola, una speranza, un senso alla loro vita. Ora probabilmente è la città che è diventata un deserto, quindi essere nel cuore della città vuol dire permettere a chiunque di venire, di ricevere quel bicchiere d'acqua, quel po’ di risorsa che gli permette di camminare lungo le strade, di andare a lavorare, di portarsi con sé, appunto, la vita di Cristo, la preghiera”.
Partendo dal cuore
Madre Emmanuel, un medico infettivologo che ha lasciato l'ospedale per entrare in clausura, è arrivata a San Raimondo qualche anno fa con Suor Maria Martina, dal monastero di San Giulio del lago d’Orta. Il vescovo desiderava che si occupassero di 9 suore anziane e non più in grado di prendersi cura di sé e del monastero. “Queste due donne - dice Costanza Miriano - piccole e magre, ma piene di energia, hanno tolto rovi, piantato, pulito, svuotato e ricostruito e riportato alla vita prima l'edificio e poi la comunità, sempre partendo dal cuore”.
Immerse nella preghiera
Poi c’è Suor Maria Elisabetta che gestisce la dispensa per i poveri, trasmettendo l'amore per Dio attraverso anche la realizzazione di oggetti sacri per le case delle persone.
“La preghiera è in relazione con Gesù - dice madre Corradini - la preghiera è Gesù, credere e far capire all'uomo che non ci sono due strade diverse. Non c'è la vita personale e la vita di preghiera, ma la vita di Cristo entra nella vita personale e diventa un'unica strada. Qualsiasi lavoro tu compia, qualsiasi azione e tu compia, qualsiasi sofferenza tu debba portare, tu sei nella preghiera di Cristo”.
Riccardo Tonna
Pubblicato il 31 dicembre 2024
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