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Triani: «Maggiore condivisione tra adulti in campo educativo»

triani

 

“Credo che oggi l'educazione necessiti di una condivisione maggiore tra noi adulti, di nuovi e più ampi spazi di confronto, di pensiero, di riflessività”. Con questa premessa fondamentale, filo rosso di tutta la sua relazione fino alle battute conclusive, Pierpaolo Triani, professore ordinario di Pedagogia alla Facoltà di Scienze della Formazione dell'Università Cattolica del Sacro Cuore, sede di Piacenza e di Milano, ha iniziato la sua riflessione sull'educazione nella chiesa di Santo Stefano di via Scalabrini lo scorso 13 maggio. Un'importante incontro aperto a tutti promosso dalla Scuola primaria paritaria Sant'Orsola sul tema “Nessuno è autosufficiente: per una rinnovata responsabilità educativa”.
Dopo i ringraziamenti e la presentazione della dott.ssa Donatella Vignola, Direttrice e Coordinatrice scolastica della Scuola Sant'Orsola che ha ricordato gli incarichi, studi e ricerche di Triani in ambito educativo, soprattutto nel campo della dispersione scolastica e del disagio giovanile, il docente ha suddiviso il suo intervento in due parti: “Educare sempre ed educare oggi”. “Mi concentrerò prima di tutto sugli elementi costanti che caratterizzano l'educazione ha detto , intesa come compito articolato di aiutare bambini e ragazzi a diventare liberi e responsabili. Questi elementi ci legano in qualche misura a padri, nonni e bisnonni. La mia successiva riflessione sull'educare oggi analizzerà invece alcuni processi di fondo che stiamo attraversando e quali sollecitazioni educative essi pongono”.
“Una fondamentale considerazione di base: l'educazione, come qualsiasi opera d'arte, non è mai replicabile. Può avere un'impostazione strutturale, ma essenzialmente è artigianato fatto a mano, opera di continue scelte e riflessioni nei confronti del soggetto da educare, che richiede la perizia del particolare”. Per questo per crescere è necessaria la relazione con l'altro, l'incontro con l'umanità insostituibile di uomini e donne, come ci ha ben dimostrato il periodo della Dad.”.

 L'educazione è un compito necessario

Partendo dalla consapevolezza della sua intrinseca natura relazionale, il relatore ha quindi evidenziato i caratteri dell'educazione “di sempre”.
“In primo luogo l'educazione è un compito necessario – ha sottolineato – , senza non sopravviveremmo: i bambini soprattutto, ma anche i ragazzi hanno bisogno di accompagnamento per continuare a crescere nella propria umanità. Si tratta però anche di un processo composito, che spesso tendiamo invece a semplificare. Siamo di fronte ad un sistema, un insieme di elementi (in concreto gesti, parole, ambienti predisposti, valori trasmessi) che si reggono fra di loro, ma si differenziano profondamente in base alle diverse operazioni educative compiute”.
“Accudire”; “regolare”, all'interno di una riconosciuta relazione genitori – figli e di pari passo con l'autonomia che il bambino gradualmente acquisisce; “contenere”, dal punto di vista fisico prima e morale poi, riequilibrando il contenimento con la disponibilità a lasciar andare e lasciar fare bambini e ragazzi; “proporre”, nel senso di arricchire la vita di chi sta crescendo con proposte di carattere valoriale e operativo che consegnino ragioni valide per agire o meno in un certo modo. Senza pensare che questo limiti la libertà. Sono queste, secondo Triani, le operazioni che fanno dell'educazione “un processo composito”. Ci sono però anche altri caratteri costanti dell'educazione di primaria importanza.

La collaborazione educativa

“L'educazione è un processo intrinsecamente collaborativo – ha continuato il docente – : nessuno è autosufficiente in educazione, perché nessuna storia di vita è riducibile al contributo educativo di un'unica persona. La collaborazione dev'essere sia tra adulti e ragazzi, i primi nel ruolo di guida dei secondi, sia tra figure adulte. Più le dinamiche sociali diventano complesse, più i soggetti educativi (famiglia e scuola per prime) sono chiamati a stringere solide alleanze nell'interesse dei minori e della scuola tutta; nell'assoluto rispetto di ruoli e competenze reciproci... La collaborazione educativa è però asimmetrica, compito adulto è infatti guidare nella crescita: proprio per questo la figura adulta non può porsi sullo stesso piano del bambino o dell'adolescente”.
“Un concetto che però oggi si fatica a mettere in pratica, per la tendenza ad una relazione orizzontale tra genitori e figli (nel gioco, nel vissuto quotidiano), che fa perdere di vista l'importanza della distinzione dei ruoli. Si tende ormai a pensare che crescere sia semplicemente far esprimere: non è solo questo È anche lottare con se stessi, contro le proprie paure, i propri impulsi, e compito del genitore è accompagnare in questo difficile percorso”.
“Tutte queste caratteristiche trovano poi nella gradualità il loro denominatore comune: scelte, ruoli e attitudini educativi si modificano in base all'età di genitori e figli e ai contesti di applicazione”.

Alleanze tra soggetti educativi

Viene allora spontaneo chiedersi: come viviamo l'educazione oggi? Quali sono i fenomeni che stiamo attraversando, a fronte dei quali si evince l'urgenza di nuove, salde alleanze educative?
“Da un lato i ragazzi crescono oggi in un tempo di pluralismo”– spiega Pierpaolo Triani nella seconda e ultima parte della sua riflessione –, con la possibilità e la bellezza di incontrare più mondi e di esplorare diversi modi di vivere e comportarsi; ma anche con la difficoltà di capire per cosa valga la pena vivere”. Gli adulti devono quindi essere capaci di consegnare valide ragioni valoriali e comportamentali, senza più potersi appellare alle condotte degli altri come esempio tipico e prevalente da seguire”.
“Dall'altro lato i ragazzi diventano adulti e gli adulti proseguono il loro cammino nel tempo dell'individualismo, della soggettività autoreferenziale. L'imperativo categorico odierno è l'auto-realizzazione. Positiva di per sé, ma non se perde di vista il benessere collettivo veicolando un messaggio altamente problematico: “Fai come ti senti, fai quello che vuoi. Un bagaglio difficilissimo da comprendere e gestire per un bambino o un ragazzo. E allora bambini e adulti devono essere aiutati a decentrarsi, a riflettere e agire tenendo conto dell'altro. Costruire alleanze tra soggetti educativi serve proprio a questo, oltre che a riconsegnare ai ragazzi la normalità della fragilità”.
Da dove cominciare? Il relatore ha invitato a riscoprire alcuni concetti chiave. “La fiducia nei ragazzi, che non è la loro tutela; il valore della vita in sé, aldilà della performance, per aiutare i giovani ad esistere volentieri; il valore della trascendenza, inteso come rinnovata capacità di stupirsi del mistero che abita la vita nel contesto materialistico odierno”. Il recupero di questi valori non è garanzia di buona riuscita educativa – ha concluso il professore – , ma almeno è un aiuto per superare l'individualismo dominante”.

Micaela Ghisoni

Nella foto, il professor Pierpaolo Triani durante il suo intervento all'incontro promosso dalla Scuola primaria paritaria Sant'Orsola.

Pubblicato il 17 maggio 2023

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